Eitan, prima udienza a Tel Aviv per riportarlo in Italia. Il giudice è una donna
Si preannuncia una ”udienza particolarmente tesa” e tempestosa quella di questa mattina al Tribunale della famiglia di Tel Aviv dove si discuterà della custodia di Eitan Biran, 6 anni, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, rapito dal nonno Shmuel Peleg che lo ha sottratto alla zia Aya Biran, alla quale il giudice tutelare italiano aveva affidato il piccolo, e lo ha portato in Israele illegalmente con una fuga rocambolesca dall’Italia attraverso la Svizzera utilizzando prima un’auto presa a noleggio e, poi, un volo privato da Lugano.
Il quotidiano israeliano Maariv, spiega che questa mattina ”verrà chiarita l’istanza presentata dalla zia di Eitan, 6 anni, che chiede il suo immediato rientro in Italia”.
In aula Shmuel Peleg e Aya Biran si troveranno di fronte il giudice donna Iris Ilotovich Segal, nominata, nel 2017, giudice del Tribunale della famiglia del distretto di Tel Aviv.
Diplomatasi nel 1989 alla Ort Singalovsky High School di Tel Aviv, nel 1997 Iris Ilotovich Segal si è laureata in giurisprudenza presso la Bar Ilan University dopo aver prestato servizio militare come ufficiale presso le Forze della difesa israeliana dal 1989 al 1992, proprio come il nonno di Eitan, Shmuel Peleg, che era un colonnello dell’Esercito israeliano.
Aya Biran, che ha chiesto una deroga alla normativa prevista da Israele per il contenimento del coronavirus e che impone una quarantena prevista per chi entra dall’estero nel Paese, è arrivata in Tribunale accompagnata dal fratello e dai suoi avvocati. Il suo obiettivo è riportare in Italia Eitan quanto prima.
”Sono molto preoccupata per Eitan”, ha detto Aya Biran entrando al tribunale della famiglia di Tel Aviv dove si tiene la prima udienza del processo proprio a seguito dell’istanza presentata dalla donna.
”Voglio vedere Eitan a casa il più presto possibile, voglio che torni a casa”, ha aggiunto Aya rivolta ai giornalisti presenti davanti al tribunale.
La famiglia paterna di Eitan ha detto di avere ”fiducia nella giustizia israeliana” e si è detta ”ottimista” sullo svolgimento del processo.
Fuori dall’aula è rimasta Gali Peleg, figlia di Shmuel Peleg e sorella della mamma del piccolo Eitan morta in seguito alla tragedia del Mottarone, che ha chiesto di poter adottare il bimbo rapito da suo padre Shmuel.
La famiglia materna di Eitan, i Peleg, sono arrivati senza rilasciare dichiarazioni.
Shmuel Peleg, il nonno materno del piccolo, è accusato, dalla Procura di Piacenza, assieme all’ex-moglie Etty, nonna di Eitan, di rapimento per aver sottratto il nipote alla zia paterna Aya, nominata tutore legale del bambino dal Tribunale per gli affari medici urgenti di Torino nell’immediatezza della tragedia.
Aya Biran è rappresentata dai suoi avvocati Shmuel Moran e Avi Chimi, che in aula affermeranno che il bambino è stato rapito dal nonno materno ai sensi della Convenzione dell’Aja.
La famiglia Peleg è rappresentata dagli avvocati Boaz Ben Tzur e Ronen Daliahu, che respingono la tesi del rapimento e affermano che in questo caso la Convenzione dell’Aja non c’entra.