È morto Nino Castelnuovo, il Renzo dei Promessi sposi che conquistò tutti col salto della staccionata

7 Set 2021 18:09 - di Priscilla Del Ninno
Nino Castelnuovo

A sole 24 ore dalla scomparsa di Belmondo, il mondo delle spettacolo piange un’altra perdita: è morto l’attore Nino Castelnuovo, l’indimenticabile Renzo dei ‘I Promessi Sposi targati Rai per la regia di Sandro Bolchi. L’attore si è spento ieri a Roma dopo una lunga malattia. La notizia è stata diffusa con un comunicato dalla famiglia, che «si chiude nel dolore per la perdita del caro Nino e richiede comprensione e riservatezza in questo momento difficile». I funerali si terranno a Roma in forma privata.

Addio a Nino Castelnuovo

Aveva 84 anni Nino Castelnuovo, ed era malato da tempo. La notizia coglie di sorpresa tutti coloro che hanno amato il suo talento e la sua semplicità. Lui, entrato di diritto nell’immaginario collettivo anche come protagonista, simbolo di salute e spensieratezza, in uno spot divenuto un cult della pubblicità, in cui oltrepassava con un salto una staccionata. Eppure, dietro quello slancio. Dietro quello spot di pochi minuti, c’era molto più della forma fisica e della leggerezza a cui il messaggio pubblicitario rimandava. Quel volto, entrato nelle case di milioni di italiani, era il volto familiare celato dietro tante maschere di celebri personaggi letterari e eroi del teatro a cui Castelnuovo ha prestato maestria interpretativa e sapienza artigianale.

Dall’esordio con Germi al musical francese

Il suo è stato il volto che Pietro Germi ha voluto accanto a sé nella celebre rielaborazione del romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda. Un volto prestato a tanti ruoli secondari da attore giovane, in numerose pellicole. Alcune delle quali pietre miliari della nostra storia del cinema, come: Il gobbo (1960) di Carlo Lizzani.Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti. Il volto di un uomo, di un artista, capace di farsi strada all’estero in un momento di grande fervore ma anche di grande concorrenza. Come quando Castelnuovo, nel 1964, fu chiamato a interpretare la parte del protagonista, accanto a una giovane Catherine Deneuve, nel musical francese di Jacques Demy, Les Parapluies de Cherbourg, titolo snobbato dalla critica in Italia, che invece conquistò la Palma d’oro a Cannes

Fino all’indimenticabile Renzo dei “Promessi sposi”…

In compenso, il meritato successo per questo ex allievo del Piccolo Teatro di Milano di Giorgio Strehler. Maturato sul set con piccoli ruoli e cresciuto in nome di una curiosità e di un talento coltivati sin da bambino, Castelnuovo qualche anno dopo l’esperienza francese diverrà uno degli attori più popolari in Italia. E tutto grazie al ruolo di Renzo Tramaglino in una riduzione televisiva – uno sceneggiato, si diceva allora, antenato della futura fiction di oggi – indimenticabile. Una serie andata in onda sul primo canale della Rai nel 1967, per la regia di Sandro Bolchi

Protagonista indiscusso degli sceneggiati della tv d’autore

Da quel momento in poi le scelte di Nino Castelnuovo privilegeranno sempre la televisione. Un campo di prova e una palestra di vita artistica che lo ha visto eccellere in numerosi sceneggiati che hanno fatto seguito al primo grande successo. Su tutti, ricordiamo Ritratto di donna velata (1974), con Daria Nicolodi I racconti fantastici di Edgar Allan Poe, datato 1979.

Atletico testimonial di un spot tv divenuto “cult”

Il cinema, tra alterne fortune, lo ha visto esprimersi in diversi generi, concludendo una lunga e poliedrica carriera con la superba interpretazione, tra le altre, archeologo italiano D’Agostino che Castelnuovo ha portato sul grande schermo in uno dei più premiati film di tutti i tempi: Il paziente inglese (1996). Un cammino artistico lungo ed eclettico, quello di Castelnuovo, che da Strehler al musical. Da Germi al set internazionale, fino alla tv d’autore degli sceneggiati classici, ha visto Castelnuovo esprimersi al meglio anche in veste di atletico testimonial nella pubblicità. E così oggi, ci piace ricordarlo così: mentre ci saluta e con slancio supera l’ultimo ostacolo. L’ultimo confine.

 

 

 

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