Tra Sallusti e Travaglio botte da orbi: Il direttore di Libero: «Sciacalli del Fatto, fatevi schifo»

7 Ago 2021 13:41 - di Redazione
Sallusti

«Guardatevi allo specchio e fatevi schifo». A Roma dicono “quando ce vò ce vò“. E in questo caso ce vò tutta. È infatti successo che al Fatto Quotidiano non abbia digerito la nomina di Renato Farina a consulente del ministro Renato Brunetta. Per il giornale di Travaglio sarebbe a dir poco inopportuna, alla luce di vecchi legami con i nostri Servizi, struttura in cui Farina operava sotto il nome convenzionale di “agente Betulla“. Il neo-consulente, una legislatura in Parlamento con il PdL, è soprattutto una delle firme di punta di Libero, giornale ora diretto da Alessandro Sallusti. È stato proprio quest’ultimo a replicare sull’edizione online del suo quotidiano con le parole prima riferite.

Lite sulla nomina di Farina a consulente di Brunetta

Sallusti e Travaglio incrociano spesso la lama davanti alle telecamere dello studio di Lilly Gruber su La7. Ma quasi mai il duello tra i due raggiunge i toni fatti registrare dalla vicenda insorta sulla nomina di Farina. Nella sua replica Sallusti lamenta infatti la «consueta ferocia» esibita dal Fatto Quotidiano nell’attacco mosso al «nostro prestigioso collaboratore». Ma il direttore di Libero non si accontenta di difendere Farina e il rigo successivo decide di passare al contrattacco.

Sallusti: «Giornalisti dalla doppia morale»

«Sappiano questi sciacalli – dice all’indirizzo della redazione di Travaglio – che noi siamo orgogliosi di ospitare la firma di Renato, che in quanto a collaborazioni improprie (l’agente Betulla, ndr) è un dilettante rispetto a tanti colleghi legati a filo doppio non solo con i Servizi ma pure con magistrati e politici». Addirittura col botto la conclusione che Sallusti dedica a quelli che definisce «giornalisti faziosi e dalla doppia morale». Eccola: «Che dire, guardatevi allo specchio e fatevi schifo». Aspettiamoci ora la controreplica al curaro da parte di Travaglio. La Gruber è ancora in vacanza, ma la singolar tenzone tra i due direttori continua.

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