Morte Pennacchi, domani lutto cittadino a Latina in onore dell’autore di “Canale Mussolini”

4 Ago 2021 16:56 - di Redazione
Pennacchi

Si terranno domani alle 10,30, nella cattedrale di San Marco a Latina, i funerali di Antonio Pennacchi, lo scrittore vincitore del Premio Strega morto ieri a seguito di un malore. Oggi sarà invece possibile rendergli l’estremo saluto nella camera ardente allestita all’interno del museo civico “Duilio Cambellotti. Sempre per domani il sindaco Damiano Coletta ha proclamato il lutto cittadino. «La scomparsa di Antonio Pennacchi rappresenta un’enorme perdita non solo per la città di Latina ma per tutto il Paese», ha commentato il primo cittadino.

Il sindaco: «Grazie a lui l’Agro Pontino è un luogo letterario»

«I suoi racconti – ha aggiunto – hanno reso il nostro territorio un luogo letterario, dalla Fondazione ai giorni nostri. È una vera e propria icona di Latina. Pennacchi appartiene al patrimonio della città e tutti i latinensi oggi gliene rendono giustamente merito». Anche il Consiglio regionale del Lazio ha voluto onorare il vincitore dell’edizione 2010 del Premio Strega. Lo ha fatto osservando un minuto di silenzio in apertura della seduta odierna. A prendere la parola il presidente dell’assemblea Marco Vincenzi . «Il concittadino e corregionale scrittore Antonio Pennacchi morto ieri – ha dichiarato – è stato un riferimento non solo letterario, ma anche culturale e umano».

Anche l’Osservatore Romano ricorda Pennacchi

La morte dell’autore di Canale Mussolini ha suscitato emozione anche Oltretevere. «Una vera spina nel fianco», lo ha definito l’Osservatore Romano. Non solo in quanto operaio, «ma perché – scrive il quotidiano della Santa Sedeaveva approfittato di un periodo di cassa integrazione per mettersi a studiare e laurearsi in lettere». Grazie a questa doppia competenza, Pennacchi era capace di capire i problemi della catena di montaggio e nello stesso tempo di «colloquiare, e contraddirti, di letteratura profonda». Insomma, la sintesi perfetta dell’operaio-intellettuale. «In grado – ha concluso l’Osservatore Romano – di essere colto scherzando e facendo battute nazional-popolari, senza mettersi maschere»

 

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