Mara Carfagna difende la Lamorgese: «È vittima di una pessima campagna di delegittimazione»

27 Ago 2021 13:18 - di Aldo Garcon
Mara Carfagna

Mara Carfagna difende spada tratta Luciana Lamorgese. «La valutazione dell’efficacia dell’azione di un ministro sulla prima linea di uno dei più cronici e irrisolti problemi italiani non può essere fatta con la contabilità degli sbarchi: sta improntando un’azione di lungo periodo, l’unica che può fronteggiare un fenomeno di portata epocale, è ovvio che i frutti non siano immediati». Il ministro per il Sud in un’intervista a Il Giornale dice: «Difendo l’operato della collega Lamorgese, vittima di una campagna di delegittimazione pretestuosa che segue un pessimo copione italiano: la ricerca ossessiva di un nemico a tutti i costi. Questa pratica magari è tollerabile in tempi normali, ma in tempi eccezionali come questi è davvero fuori luogo».

Mara Carfagna: «Durigon ha dovuto ammettere l’errore»

«Non c’è alcuna simmetria», aggiunge con la vicenda che ha portato alle dimissioni del sottosegretario Claudio Durigon. «Il giudizio sulle parole inopportune di un sottosegretario – spiega – è altra cosa: quelle frasi sono state pronunciate, hanno creato imbarazzo anche nella Lega e lo stesso Durigon ha dovuto ammettere l’errore e trarne le conseguenze».

Mara Carfagna: «L’obbligo vaccinale per alcune categorie non è un tabù»

Poi parla del vaccino. «Quella parte del Paese che ancora mugugna contro il vaccino è chiamata a fare il suo dovere. L’obbligo vaccinale, soprattutto per alcune categorie, non è un tabù, e tuttavia mi chiedo: ma davvero una parte degli italiani vuole essere trattata come un bambino? Non capiscono che vaccinarsi è il solo modo per evitare una nuova crisi, fatale per l’Italia? Fino a che punto arriva il loro egoismo? La cittadinanza è fatta anche di doveri, non solo di diritti».

«Mi piacerebbe un Presidente di tutti»

E sui rapporti all’interno del centrodestra, in particolare con la Lega, anche su questo argomento, aggiunge: «Restano distanze che vanno colmate. Forze che si propongono di governare insieme il Paese non possono alimentare incertezze su questo argomento».

Quanto la nuovo Capo dello Stato dice: «Mi piacerebbe un Presidente di tutti. Sul modello che ha offerto Sergio Mattarella garantendo stabilità, prestigio e autorevolezza all’Italia anche nelle fasi più complesse».

Carfagna sul caso Zappalà

Poi parla di femminicidio. «Gli ultimi casi, e specialmente quello della povera Vanessa Zappalà, ci dicono che il problema non sono le norme ma la loro applicazione. Il pericolo di reiterazione del reato è, nei nostri codici, uno dei motivi che giustificano l’arresto anche in attesa di giudizio. Deve essere usato ovunque una donna segnali un concreto rischio, ovunque ci siano precedenti che fanno temere per la sua incolumità».

E a proposito del referendum che potrebbe portare all’abrogazione della relativa norma, in una dichiarazione a Il Fatto quotidiano, aggiunge: «È contraddittorio invocare una società più sicura per le donne e poi smantellare i presidi che tutelano la loro sicurezza».

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