Maggioranza divisa su tutto: al Meeting di Rimini va in scena la “guerra dei Roses”
Dal Green pass all’Afghanistan, passando per il Reddito di cittadinanza, nella larga maggioranza che sostiene Draghi parte il tutti contro tutti. Alla vigilia della ripresa delle attività parlamentari, complice l’avvio del semestre bianco, i partiti non si risparmiano fendenti. E se Enrico Letta chiede a gran voce le dimissioni del sottosegretario Durigon, Salvini ricambia invocando quelle della ministra Lamorgese. Più che separati in casa, il fermo immagine regalato dal Meeting di Rimini immortala una sorta di “guerra dei Roses” tra i partner del governo che solo l’autorevolezza di Mario Draghi riesce a temperare. Delle richieste incrociate di dimissioni si è già detto.
La maggioranza si regge su reciproche minacce
L’altro piatto pepato dell’incontro-scontro tra i leader riguarda il Reddito di cittadinanza, preso di mira non solo da Salvini ma anche da Renzi. «È nata una maggioranza per rivederlo! Vedremo dove si arriva in Parlamento…», minaccia il leader del Carroccio. Ma Conte si difende dietro il premier: «La nostra posizione – assicura – è anche quella di Draghi che ha riconosciuto il fondamento positivo di una cintura di protezione sociale». Sia come sia, la vera mina sotto la maggioranza l’ha piazzata Giorgia Meloni prospettando la presentazione di una mozione di sfiducia contro la Lamorgese. Il problema riguarda soprattutto Salvini, da sempre molto critico nei confronti del titolare del Viminale.
E la Meloni sfida Letta: «Rimettiamo le preferenze»
Forse è anche per tenersi le mani libere che il leader della Lega sembra meno perentorio nella difesa di Durigon. «Ragioneremo insieme su cosa fare e cosa sia più utile per il movimento e per il governo», dice. E Draghi? Il premier si chiama fuori dalla mischia e pensa alle scadenze dettate dal Pnrr. Tra i primi dossier sul tavolo di Palazzo Chigi ci sarà il fisco, su cui in maggioranza già si inseguono le prime voci. Conte propone di abolire l’Irap, mentre la Lega rilancia sulla flat tax al 15 per cento. Nel dibattito fa capolino anche la legge elettorale con il tormentone bipartisan delle preferenze. Letta vorrebbe abolire le liste bloccate, Meloni lo sfida sulle preferenze. «Impegnamoci oggi a farle tornare – rilancia -. Puntualmente quando arriva la legge elettorale in aula l’unico partito che presenta proposte in questo senso è FdI…».