M5S, Conte vuole liberarsi dei dissidenti: chi non è d’accordo con lui va verso l’espulsione

4 Ago 2021 9:04 - di Mia Fenice
Conte M5S

Scontato sì allo Statuto del M5S ma con ritardi, assenze e incursioni hacher. Gli iscritti grillini per lunedì e martedì sono stati chiamati a esprimersi su SkyVote sul nuovo statuto. Il sì è arrivato ma per Giuseppe Conte la strada nel Movimento 5 Stelle è in salita. Per chiudere la votazione al primo turno si sarebbe dovuta esprimere almeno la maggioranza assoluta degli aventi diritto, corrispondente a circa 56mila iscritti. Il risultato è stato svelato dopo una lunga attesa lamentata da diversi profili sui social.

M5S, i sì sono stati 53.238

Alla fine l’obiettivo è stato raggiunto, ma i numeri sono tutt’altro che gratificanti. A votare infatti sono stati  60.940 utenti su 113.894 iscritti al voto. Il via libera è arrivato da 53.238 iscritti pari all’ 87,36%.  A bocciare il nuovo statuto sono stati in 7.702 (12,64%). Un risultato che di certo non può far fare salti di gioia a Conte che sin dal primo momento aspirava ad ottenere una forte legittimazione dalla base pentastellata. Ora il 5 e 6 agosto gli iscritti dovranno votare per eleggere il nuovo presidente del M5S.

Crimi: «Tentativi di intrusione»

«L’indicazione – ha detto il reggente del M5S Vito Crimi – spetta al garante Beppe Grillo, che ha già indicato nel professor Giuseppe Conte la figura del Presidente. Pertanto dalle 10 del 5 agosto alle 22 del 6 agosto si potrà votare sulla proposta di elezione del presidente del professor Giuseppe Conte». Crimi  ha poi ammesso che «ci sono stati tentativi di intrusione, di attacco ma sono stati tutti respinti». Il voto quindi, ha fatto sapere il notaio, è del tutto regolare.

M5S, Conte: «È una ripartenza»

«È un grande giorno, una grande festa di partecipazione democratica», commenta sui social Conte. Poi precisa: «Siamo quello in cui crediamo. Crediamo nella democrazia partecipata quale motore per dare ancora più forza alla nostra presenza sui territori e nelle istituzioni. Il voto di oggi non rappresenta un punto di arrivo, ma di ripartenza. Abbiamo un grande lavoro da fare».  Il leader in pectore ha anche rivolto un  “ringraziamento particolare” a Vito Crimi. Tuttavia, come previsto, si preannunciano i primi ricorsi. Un gruppo di militanti che si è visto escluso dalla votazione ha già manifestato l’idea di adire le vie legali.

L’ira di Conte contro i malpancisti della Camera

Per Conte la strada è tutta in salita. Deve fare i conti anche con i palpancisti che si sono ribellati all’intesa sulla riforma Cartabia. Come scrive in un retroscena il Corriere della Sera «il fronte del dissenso tocca quota 13: sono i deputati del Movimento che si sono ribellati all’intesa sulla riforma Cartabia. Alla prova dell’Aula i Cinque Stelle fanno registrare oltre ai voti favorevoli anche due voti contrari (Giovanni Vianello e Luca Frusone), una astenuta (Angela Masi) e sedici assenti (sei però avrebbero delle attenuanti secondo i Cinque Stelle). Per Vianello e Frusone il no equivale quasi certamente all’espulsione dal gruppo e dal Movimento».

Il retroscena

Ancora una volta il dissenso  viene curato con le espulsioni.  «Le defezioni in Aula e i no alla riforma – si legge sul Corriere – hanno infastidito e non poco Conte. Fonti qualificate parlano della delusione dell’ex premier. I vertici del Movimento Cinque Stelle fanno notare come certi atteggiamenti abbiano sempre conseguenze. Ciò che ha infastidito Conte è l’essersi sottratti alle proprie responsabilità dopo essere stati coinvolti nei momenti decisionali. In particolare – spiegano fonti parlamentari – il riferimento è all’ex sottosegretario Ferraresi presente alla fase conclusiva della trattativa e assente anche al voto di fiducia. Di sicuro il botta e risposta di questi giorni tra il futuro presidente M5S e gli eletti ha fatto scorrere nuovo veleno all’interno del Movimento».

Di Maio: «Non ci saranno scossoni»

A gettare acqua sul fuoco ci pensa Luigi Di Maio. «Non ci saranno scossoni. Chi minaccia il governo, minaccia la ripresa del Paese», ha detto in un’intervista a Repubblica. «Non vedo nessun rischio per l’esecutivo. E le assicuro che nel Movimento facciamo tutti parte della stessa comunità – ha aggiunto – Non c’è in questo momento nessuno che parli di elezioni anticipate e non penso ci saranno scossoni nei prossimi sei mesi».

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