E’ morto Achille Lollo, l’assassino di Primavalle. Giampaolo Mattei: “Nella tomba porta i segreti”

4 Ago 2021 14:33 - di Marta Lima

E’ morto ieri a Trevignano Romano Achille Lollo, unico arrestato per il Rogo di Primavalle. A darne notizia è il blog di Ugo Tassinari, ricercatore storico, giornalista e scrittore con un passato nella sinistra extraparlamentare, esperto di terrorismo e anni di piombo.

Achille Lollo ammazzò due giovani e poi scappò

Con altri due militanti di Potere Operaio, Marino Clavo e Manlio Grillo, che poi si diedero alla latitanza, la notte tra il 15 e il 16 aprile 1973, Lollo diede fuoco alla porta dell’appartamento di Mario Mattei, all’epoca segretario della sezione “Giarabub” di Primavalle del Msi, causando la morte di due dei quattro figli di Mattei, Stefano e Virgilio, di 8 e 22 anni.

Scappato in Brasile con l’aiuto del Soccorso rosso dopo la condanna in I grado, Lollo era rientrato in Italia nel 2010, alcuni anni dopo la prescrizione della sua condanna a 18 anni. E’ morto ieri all’ospedale di Bracciano.

E’ il 16 aprile 1973. Sono le 3.20 di lunedì quando, nel quartiere romano di Primavalle, in via Bernardo di Bibbiena numero 33, lotto 15, scala D, terzo piano, un gruppo di giovani di Potere Operaio lascia davanti alla porta di un appartamento una tanica di benzina con un innesco artigianale. Attivano la miccia e fuggono via. Qualche secondo e poi lo scoppio, potentissimo.

La porta è avvolta dalle fiamme, che nel giro di qualche minuto si estendono a tutta la casa. E’ l’appartamento di un ex netturbino, Mario Mattei, che all’epoca aveva 48 anni, segretario della sezione ‘Giarabub’ del Msi, Movimento sociale italiano, in via Svampa. Ha sei figli: quando si accorge dell’incendio, si getta giù da un balcone. La moglie Anna e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riescono a fuggire dalla porta principale quando il fuoco comincia a diffondersi. Lucia di 15 anni grazie al padre si cala nel balconcino del secondo piano e da lì si butta, presa al volo da Mattei già a terra nonostante le ustioni sul corpo. Silvia, 19 anni, si getta dalla veranda della cucina: batte la testa sulla ringhiera del secondo piano, la schiena sul tubo del gas, viene trattenuta per qualche istante dai fili del bucato e quindi finisce sul marciapiede del cortile riportando la frattura di due costole e tre vertebre. Gli altri due figli, Virgilio di 22 anni, militante missino dei Volontari Nazionali, e il fratellino Stefano di 8 anni, invece, non riescono a gettarsi dalla finestra per scampare alle fiamme. Intrappolati, riescono ad affacciarsi e provano a chiedere aiuto. Alcune foto dell’epoca ritraggono Virgilio proprio mentre, completamente annerito e con il volto già devastato dalle fiamme, cerca di gridare aiuto. Muoiono bruciati vivi nel giro di pochi minuti. I vigili del fuoco li trovano carbonizzati e abbracciati vicino alla finestra che non erano riusciti a scavalcare.

Per la strage di Primavalle Achille Lollo, morto ieri a Trevignano Romano, viene condannato con Marino Clavio e Manlio Grillo a 18 anni di reclusione, condanna poi prescritta avendo i tre evitato l’arresto fuggendo all’estero: Clavo e Grillo prima del processo e Lollo dopo il I grado, quando, in attesa dell’appello, viene rilasciato e scappa in Brasile.

Rogo di Primavalle: il 16 aprile l’assalto ai Mattei

E’ il 16 aprile 1973. Sono le 3.20 di lunedì quando, nel quartiere romano di Primavalle, in via Bernardo di Bibbiena numero 33, lotto 15, scala D, terzo piano, un gruppo di giovani di Potere Operaio lascia davanti alla porta di un appartamento una tanica di benzina con un innesco artigianale. Attivano la miccia e fuggono via. Qualche secondo e poi lo scoppio, potentissimo.

La porta è avvolta dalle fiamme, che nel giro di qualche minuto si estendono a tutta la casa. E’ l’appartamento di un ex netturbino, Mario Mattei, che all’epoca aveva 48 anni, segretario della sezione ‘Giarabub’ del Msi, Movimento sociale italiano, in via Svampa. Ha sei figli: quando si accorge dell’incendio, si getta giù da un balcone. La moglie Anna e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riescono a fuggire dalla porta principale quando il fuoco comincia a diffondersi. Lucia di 15 anni grazie al padre si cala nel balconcino del secondo piano e da lì si butta, presa al volo da Mattei già a terra nonostante le ustioni sul corpo. Silvia, 19 anni, si getta dalla veranda della cucina: batte la testa sulla ringhiera del secondo piano, la schiena sul tubo del gas, viene trattenuta per qualche istante dai fili del bucato e quindi finisce sul marciapiede del cortile riportando la frattura di due costole e tre vertebre. Gli altri due figli, Virgilio di 22 anni, militante missino dei Volontari Nazionali, e il fratellino Stefano di 8 anni, invece, non riescono a gettarsi dalla finestra per scampare alle fiamme. Intrappolati, riescono ad affacciarsi e provano a chiedere aiuto. Alcune foto dell’epoca ritraggono Virgilio proprio mentre, completamente annerito e con il volto già devastato dalle fiamme, cerca di gridare aiuto. Muoiono bruciati vivi nel giro di pochi minuti. I vigili del fuoco li trovano carbonizzati e abbracciati vicino alla finestra che non erano riusciti a scavalcare.

Il servizio del Tg1 dell’aprile 1973

L’amarezza di Giampaolo Mattei

“E’ inutile commentare la morte di un assassino. Provo però del dispiacere perché si è portato molte verità scomode nella tomba”. Lo ha detto all’Adnkronos Giampaolo Mattei, il fratello di Virgilio e Stefano Mattei, morti nel rogo di Primavalle del 1973, commentando la morte di Achille Lollo, ex esponente di Potere Operaio che fu tra gli organizzatori dell’attentato.

Nel gennaio 2011, Lollo, appena tornato in Italia, annunciò che  si sarebbe recato in una Procura italiana per parlare coi giudici come persona informata sui fatti di Primavalle. Aveva dichiarato già precedentemente che l’azione fu realizzata da sei persone: lui, Marino Clavo, Manlio Grillo, Paolo Gaeta, Elisabetta Lecco e Diana Perrone, ma nulla di nuovo venne fuori dai suoi annunci, se non quella chiamata di correità.

 

 

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