«Picchiate quelli di CasaPound»: il delirante invito di Galli della Loggia alla “fascista” Meloni

2 Lug 2021 9:14 - di Valeria Gelsi
galli della loggia meloni

«La nostra visione e il nostro messaggio sono chiari e trasparenti: essere il movimento dei patrioti italiani». Giorgia Meloni risponde a Ernesto Galli della Loggia che, per l’ennesima volta in queste ultime settimane, l’ha accusata di ammiccare al fascismo. Con un articolo intitolato «La lezione che offre la Francia» l’editorialista del Corriere della Sera ha preteso nuovamente di impartire alla leader di FdI le istruzioni per stare in politica e, si direbbe, al mondo. Fin qui nulla di nuovo, tanto che la faccenda ormai è pure un tantino noiosa. A rianimarla, però, è arrivato l’inatteso: una controreplica di Galli della Loggia che, rilanciando le accuse a Meloni, alla fine la invita a fare a botte con quelli di CasaPound. Insomma, Galli della Loggia sostanzialmente imputa a Meloni di essere “fascista”, ma la invita a formare delle squadracce.

Quello che davvero dicono le elezioni in Francia

Galli della Loggia inizia la sua replica lamentando il fatto, sostanzialmente, che Meloni abbia osato esprimere il suo punto di vista sul tema in oggetto, le elezioni in Francia, contestando la sua tesi, la sua impostazione da torcicollo e riportando l’analisi sul presente e sui numeri. Quindi, sul fatto che la destra in Francia, tra Les Republicains e il Rassemblement National ha portato a casa quasi il 60% dei consensi, mentre En Marche, il movimento del presidente in carica Macron, si è fermato al 7%. Per Galli della Loggia, la cui risposta appare stizzita fin dalle prime righe, questo è «arrampicarsi sugli specchi» e «manipolare o nascondere la realtà».

Galli della Loggia stizzito per la risposta di Meloni

Ma il cuore della replica non è questo. La risposta, infatti, non si dipana su un’analisi di merito sulle elezioni francesi, sul loro significato politico, su cosa abbiano da dire alle destra europee, che pure sarebbe stato un dibattito interessante, considerato che da una parte c’è quello che è considerato uno dei più autorevoli editorialisti italiani e dall’altro la leader del primo partito italiano e dei Conservatori europei. Galli della Loggia, invece, questo dibattito lo riconduce all’«appello del 18 giugno ’40 di De Gaulle» e a «Pétain». Da lì inizia una carrellata storica ad ampi balzi che, passando per le tesi di Fiuggi, arriva al sorprendente invito rivolto a Meloni a fare a botte con quelli di CasaPound.

La fine dell’autorevolezza

«Vede presidente Meloni: basterebbe che al prossimo comizio lei preghi qualche decina di suoi giovani iscritti di tenersi pronti, e appena arrivano quelli di Forza Nuova o di CasaPound li mandino via. Come immagino che ahimé sarebbe sicuramente il caso nel modo più convincente: a botte. Le assicuro che una cosa del genere avrebbe un effetto politico assai superiore a qualsiasi dichiarazione o ricostruzione storica», ha scritto Galli della Loggia in quella che appare senz’appello la pietra tombale sulla credibilità di questo ciclo di “lezioni per una destra moderna”.

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