Nuotava all’Elba, è morto il “biondino della spider rossa” che uccise Milena Sutter nel 1971

1 Lug 2021 17:23 - di Fortunata Cerri
Milena Sutter

fortunata E’ morto d’infarto ieri pomeriggio su una spiaggia dell’isola d’Elba mentre faceva il bagno Lorenzo Bozano, il “biondino della spider rossa”, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Milena Sutter, figlia 13enne di un’industriale svizzero, rapita e uccisa nel 1971. Lo riportano alcuni quotidiani. La ragazza viene rapita all’uscita da scuola da Bozano. Il corpo verrà trovato 20 giorni dopo davanti alla spiaggia di Priaruggia.  Il caso scosse l’Italia. Bozano finì subito nel mirino degli investigatori per alcune testimonianze oculari. Lui disse di essere stato davanti alla scuola ma negò il rapimento. Venne arrestato quando gli investigatori trovarono il corpo della ragazzina. Assolto in primo grado, il verdetto fu ribaltato in appello dove venne condannato all’ergastolo, pena confermata dalla Cassazione nel 1976.

Morto d’infarto Bozano, il killer di Milena Sutter

L’uomo, due anni fa, aveva ottenuto la semilibertà. Nel 1973 la corte di assise di Genova lo assolse per insufficienza di prove. Poi, però, due anni dopo in appello arrivò la condanna all’ergastolo, confermata dalla Cassazione nel 1976. Poco prima della sentenza di appello Bozano fuggì all’estero.

Lorenzo Bozano: la vicenda giudiziaria

In Francia, dove viveva sotto falso nome, venne arrestato il 25 gennaio 1979 e da lì espulso in Svizzera, paese da cui venne estradato in Italia, quindi andò in carcere. Bozano scontò la pena nel carcere di Porto Azzurro, nell’Isola d’Elba, e poi – nel 1989 – ottenne la semilibertà. Finì in guai giudiziari e nel 1996 gli sono stati sospesi i benefici di legge. L’11 giugno 1997 ha tentato di molestare una ragazza di 16 anni. Bozano è stato posto in regime di semilibertà nel febbraio 2019. Come si legge sul sito dell’Ansa, in un colloquio con Il Secolo XIX, aveva detto: «Non voglio fare dichiarazioni anche per rispetto del dolore della famiglia Sutter. Se si chiede umanità per se stessi, bisogna offrirla anche agli altri». Erano i primi del maggio scorso, a 50 anni dal rapimento di Milena Sutter.

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