M5S, la farsa continua. Sì di Giuseppi a mediare: i contiani temono di fare la fine dei responsabili

3 Lug 2021 19:52 - di Chiara Volpi
M5S Conte

M5S, la farsa continua con il sì di Conte alla mediazione con Grillo. In realtà solo una decisione frutto della paura più grande: quella paventata dagli eletti di fare la fine dei responsabili. Grillo e Conte se ne sono detti di tutti i colori. Fra video e conferenze stampa, parlando a nuora perché suocera intenda, si sono reciprocamente apostrofati in ogni modo. E, peggio ancora, hanno svilito per quel poco che era rimasto della credibilità di un Movimento al lumicino imploso sotto il fuoco ami-nemico di leader e garante. Eppure, tra chat infuocate e riunioni carbonare, i parlamentari pentastellati, soprattutto al Senato, hanno continuato a chiedere l’incontro chiarificatore. La mediazione (im)possibile. La pax augustea nell’Olimpo dei vertici, l’un contro l’altro armati. Alimentando il sospetto che si sta accreditando dopo la notizia della resa reciproca alla fatidica “mediazione”. Ossia, che tutti gli stracci volati e le minacce millantate tra un insulto e una reprimenda, altro non sono stati che una commedia di Palazzo.

M5S, Conte e Grillo si arrendono alla pace. E la farse continua

Un copione recitato a soggetto, in cui a protagonizzare – oltre a Conte e Grillo, e non a caso – sono stati i comprimari di Palazzo Madama. Senatori “pericolosamente al secondo mandato”… Che non per niente, in pressing per la pacificazione in questi giorni di scontri di fuoco, hanno ripetuto ossessivamente soprattutto: «Usciamo dall’angolo». I parlamentari M5S, insomma, hanno ossessivamente continuato a chiedere che l’incontro “chiarificatore” tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Da tenersi al al più presto, temendo che il clima da “guerra fredda” logori ancora di più il Movimento. Pur sapendo, come serpeggia nelle chat interne, che «volerebbero» altri «stracci»…

Giuseppi ai suoi: «Bene la mediazione ma restino i miei punti fermi»

E così, si arriva al terzo atto della tragicommedia: quello che, dopo la spedizione di Di Maio da Conte giovedì mattina. E la cena di ieri a Marina di Bibbona, tra Giggino, Grillo e Fico, dovrebbe mettere in scena, fattivamente, il tentativo di mediazione per evitare rotture e scongiurare una scissione. Fonti vicine all’ex presidente del Consiglio fanno notare all’Adnkronos che Giuseppe Conte non può che valutare positivamente il tentativo di mediazione in atto, dal momento che lui stesso ha sempre lavorato per trovare una sintesi e per evitare spaccature e divisioni interne al Movimento. Quindi ben venga anche questo tentativo, di cui era stato preventivamente informato, se utile a incollare i cocci del Movimento, tenendo «fermi però quei principi fondamentali su cui si è già espresso con chiarezza. Anche perché, l’ipotesi del partito personale di Conte, stando ai numeri sembrerebbe destinata a naufragare (come i precedenti di Dini e Monti dimostrano già). Infatti, secondo le rilevazioni di questi giorni, l’ex premier potrebbe rosicchiare voti sia dai grillini sia dai dem: ma supererebbe a malapena il 10%. E con i 5 Stelle che ormai rischiano di dimezzare i voti e di sprofondare al 7%…

M5S, tra leade e garante vince il terrore dei pentastellati: fare la fine dei “Responsabili”…

Insomma, nel M5S si prova a ricompattare i ranghi perché tira davvero una brutta aria. Come confermato, peraltro, da un senatore grillino di primo piano, già passato ai fedelissimi contiani, che parlando col Giornale ammette il bluff e il clima di disarmo in corso: «Qua rischiamo di fare la fine dei responsabili». E così, da divisi in due fazioni che erano (chi sta con Grillo e chi con Conte), il quotidiano di Milano aggiorna la situazione a un tentativo disperato di ricomporre la frattura. «In un momento di estrema difficoltà per il paese, come senatrici e senatori del M5s sentiamo il dovere di richiamare tutti all’unità», è l’incipit di un documento sottoscritto immediatamente da 19 senatori, tra cui gli ex ministri Nunzia Catalfo e Danilo Toninelli», riferisce Il Giornale. Ricostruendo il passaggio da una linea dura e pura che, solo giovedì sera i senatori ultrà contiani, cavalcavano rivendicando «un testo duro» con cui convincere i Ciampolillo di turno a votare lo statuto di Conte, rompendo definitivamente con il Garante. Già, perché la paura più forte di tutte, allo stato dei fatti, è proprio quella di fare la fine dei famosi “responsabili”. E ora il pallottoliere cambia. Se fino al punto di doversi azzerare, però, non è ancora dato saperlo...

 

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