La festa per gli Europei? Signorelli abbassa i toni: «Il precedente dell’Inter fa ben sperare»

15 Lug 2021 20:26 - di Luciana Delli Colli
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Nessun allarme, nessun anatema. In controtendenza rispetto al dibattito sui rischi dei festeggiamenti di piazza per gli Europei, l’igienista Carlo Signorelli mantiene toni pacati e, pur sottolineando le differenze, richiama il precedente della festa per l’Inter a Milano. «Lì i dati li abbiamo visti: non c’è stata nessuna interferenza con la curva, ma in quel momento la curva stava scendendo», ricorda.

Signorelli abbassa i toni sulla festa per gli Europei

Signorelli, dunque, non si fascia la testa preventivamente e sottolinea che vedere gli effetti di quella che è già stata ribattezzata la “variante azzurra”, dobbiamo attendere «2 settimane e mezzo». «Ormai lo sappiamo, questi sono i tempi di incubazione. Teniamo conto che la curva è già in crescita adesso e che quindi siamo già in una fase di ascesa, per fortuna solo quella di nuove infezioni e non quella di casi gravi», ricorda, invitando a tenere conto «anche che all’aperto, dove sono avvenuti tutti questi eventi, i rischi di trasmissione sono solitamente piuttosto bassi».

Il paragone con la festa per l’Inter

Rispetto alla festa per l’Inter, aggiunge, «questo è un fenomeno più nazionale e di maggior portata, però a Milano la sera che ha vinto l’Inter c’è stata una cosa molto simile e non abbiamo visto nulla sulle curve. Quindi – afferma il docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – questo potrebbe avvalorare l’idea che tutto ciò che avviene all’aperto ha dei rischi molto bassi».

La necessità di non pensare che il pericolo sia concluso

Ma l’impatto effettivo della festa sul virus non è tutto. «Noi da un lato abbiamo i dati e dall’altro – ricorda Signorelli all’Adnkronos Salute – abbiamo i segnali che dobbiamo dare. E se un appunto si può fare, è che quelle immagini denotavano un pericolo concluso, cosa che invece non è. Noi in questo momento abbiamo protetto col vaccino il 38% della popolazione, quindi non dobbiamo dare adesso l’immagine di un pericolo scampato».

Signorelli: «La sfilata in pullman è l’1%»

«È ancora in corso la battaglia. Dopo di che, questi sono eventi unici. Quindi non è che dobbiamo vietare più nulla. È successo, era prevedibile», sottolinea Signorelli, spiegando che la sfilata in pullman «è stata di impatto, ma se parliamo di assembramenti quello lì ha inciso all’1%, perché il 99% è quello che è successo in tutte le piazze d’Italia la sera prima. Quindi, se è successo qualcosa – conclude – è successo in tutta Italia».

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