Europei, il “pasticcio” del bus: la Federcalcio smentisce il prefetto: “Scelta condivisa dalle istituzioni”
Il bus scoperto per la festa alla nostra Nazionale ha aperto una querelle. Subito arriva la nota della Federcalcio che smentisce il Prefetto di Roma. Che sul Corriere si è rammaricato che la Figc non sia stata ai patti. La ricostruzione della Federcalcio è ben diversa. “Non è nostra intenzione alimentare ulteriori polemiche, perché non vogliamo trasformare un momento di gioia nazionale in un argomento di divisione. Abbiamo sempre lavorato per l’unità e continueremo a farlo, sottolineando però come la Federazione sia sempre stata responsabile; ma soprattutto rispettosa delle istituzioni e dei tifosi italiani”. E’ quanto precisa in una nota il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, in riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal Prefetto di Roma Matteo Piantedosi riguardo i festeggiamenti della Nazionale italiana di calcio per la vittoria a Euro 2020.
Bus per gli Azzurri: la Federcalcio replica al Prefetto di Roma
Nella nota si sottolinea la tempistica: “All’arrivo davanti Palazzo Chigi, ritenuto che la situazione non fosse più gestibile in quanto il bus coperto non aveva dissuaso i tifosi dal cingere in tutti i modi la delegazione italiana, reiteravamo ancora la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto; anche nell’ottica di tutela dell’incolumità dei calciatori e per non deludere le migliaia di persone che si erano già riversate nel centro della Capitale nelle ore precedenti a questo incontro”.
Europei, il bus della discordia: la ricostruzione della Federcalcio
Ricostruendo la vicenda nei dettagli la Figc precisa. “Interpretando il sentimento popolare, nei giorni che hanno preceduto la finale di Wembley la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha chiesto l’autorizzazione, sempre negata, per i festeggiamenti di un eventuale successo europeo, individuando diverse location: (tra cui Piazza del Popolo) dove si potesse svolgere con numeri contingentati; e nel rispetto di tutte le prescrizioni del momento una cerimonia in tutta sicurezza”.
“Senza alternative percorribili, la Figc ha organizzato il ritorno della squadra a Firenze presso il Centro Tecnico di Coverciano per l’immediato scioglimento della delegazione. Il rientro su Roma è stato previsto solo dopo aver ricevuto i graditi inviti da parte del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio dei Ministri”, spiega la nota.”Dopo la cerimonia al Quirinale, su richiesta della squadra, che ha visto in pochi minuti aumentare la folla nel percorso fino a Palazzo Chigi, è stata reiterata l’istanza per poter utilizzare il bus scoperto: preparato preventivamente per ogni evenienza, al fine di condividere l’immensa felicità per un successo sportivo di questa portata con le migliaia di persone già ammassate per le strade”.
Bus azzurro, la Figc: “Richiesta reiterata e condivisa”
“Nel tragitto per arrivare a Piazza Colonna – aggiunge la Figc nella sua ricostruzione dei fatti – il bus coperto che trasportava la squadra è stato ripetutamente rallentato; poi bloccato e letteralmente travolto dall’affetto della gente ormai numerosissima; che comunque già non indossava strumenti di protezione individuale”. Dunque la tempistica non è secondaria: “All’arrivo davanti Palazzo Chigi, ritenuto che la situazione non fosse più gestibile in quanto il bus coperto non aveva dissuaso i tifosi dal cingere in tutti i modi la delegazione italiana, reiteravamo ancora la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto; anche nell’ottica di tutela dell’incolumità dei calciatori; e per non deludere le migliaia di persone che si erano già riversate nel centro della Capitale nelle ore precedenti a questo incontro”.
“Grazie alle Forze dell’ordine”
“Per come sono stati gestiti quei momenti concitati di grande partecipazione popolare, la Figc ringrazia i rappresentanti delle Forza dell’Ordine. Hanno accompagnato la Nazionale con grande spirito di servizio ed encomiabile professionalità”, conclude la nota della Federcalcio.