Cuba, continua la repressione: un morto, reporter in galera. Intanto l’Italia finanzia il regime con mezzo milione di euro
Continuano le violenze brutali a Cuba contro la popolazione. Il ministero dell’Interno cubano ha confermato la morte di uno dei manifestanti, vicino all’Avana. Si tratta della prima vittima riconosciuta ufficialmente (sarebbero almeno dieci secondo gli oppositori) delle manifestazioni di cui le autorità danno notizia.
Cuba, il regime conferma la morte di Tejeda
L’uomo, Diubis Laurencio Tejeda, 36 anni, è morto a Arroyo Naranjo, nel corso di”disordini”, secondo quanto riferito dall’agenzia statale cubana Acn. L’uomo è morto durante gli scontri vicino ad una stazione di polizia a La Güinera. Sul posto numerosi feriti tra manifestanti e militari.
Quella di Tejeda è la prima morte accertata legata a una recente ondata di proteste anti-governative. Proteste che hanno preso il via sul serio domenica, quando grandi folle sono scese per le strade dell’Avana e di altre città per chiedere un’azione urgente su cibo, medicine e carenza di energia, tra altre lamentele. Canti di “Libertà!” e “Cuba non è tua!” sono diventati slogan popolari, con alcuni manifestanti che chiedono anche la fine del regime comunista sull’isola.
I gruppi di opposizione affermano che da domenica sono stati effettuati più di 100 arresti , sostenendo che manifestanti, giornalisti e altri attivisti sono stati presi di mira. Inclusa una giornalista di un quotidiano spagnolo.
Mezzo milione di euro da parte del governo italiano a Cuba
Dall’Italia nessuna reazione da parte del governo. Anche i nostri media sono distratti. Anzi, l’unica notizia odierna su Cuba riguarda un finanziamento di mezzo milione di euro in favore le “giovani imprenditrici cubane”. Un’iniziativa presa dal comune umbro di Gualdo Tadino. Il Comune di Gualdo Tadino sarà capofila di un importante progetto internazionale denominato “Hub Particular” – Politiche partecipate per l’artigianato quale motore di sviluppo inclusivo e sostenibile, che sarà finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) con ben 513.150 euro (pari al 78,58% del costo totale che è quantificato in 652.995,64 €) e che si svolgerà nei prossimi trenta mesi tra Italia e Cuba.
Il governo spagnolo denuncia: “La giornalista arrestata rischia 6 anni di galera”
Chissà che ne pensa il governo spagnolo. Ieri il ministro degli Esteri spagnolo ha denunciato l’arresto di una giornalista. Camila Costa, corrispondente del quotidiano spagnolo Abc all’Avana, è stata arrestata lunedì mentre usciva di casa. A comunicarlo al padre della reporter sono stati agenti del regime cubano, precisando che dalle imputazioni per reati contro la sicurezza dello stato si passa a quelli di ‘oltraggio e disordine pubblico’.
La giornalista lavora per il quotidiano Abc
L’uomo ha appreso la notizia durante una visita alla stazione di polizia di Infanta y Manglar, dove è trattenuta la figlia. “Starà li 72 ore e poi verrebbe affidata alla procura”, ha dichiarato il padre, Orlando Acosta, che si trovava con la figlia al momento dell’arresto ad opera di ‘tre agenti’.
Camilla era uscita per accompagnare il padre a farsi un test Pcr, necessario per il rientro venerdì negli Stati Uniti, dove l’uomo risiede. Acosta ha riferito di non aver potuto incontrare la figlia, con la quale non ha potuto avere contatti da lunedì mattina per un ordine del ministero della Sanità che vieta le visite a causa del Covid. La pena per i reati contestati alla reporter potrebbe oscillare tra i tre e i sei anni di reclusione.