Caccia ai predatori dei datteri, i gioielli del mare: 113 indagati in penisola sorrentina (video)
Tre anni di indagini, 113 persone iscritte nel registro degli indagati, un giro d’affari quantificato in oltre 100mila euro al mese. Sono i numeri dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Torre Annunziata (Napoli) e culminata oggi nell’esecuzione di 21 misure cautelari nei confronti di altrettanti componenti di un’organizzazione criminale dedita alla raccolta illegale e alla messa in commercio di datteri di mare e di vongole veraci di Rovigliano contaminate. La raccolta avveniva “in maniera professionale e sistematica” tra Castellammare di Stabia e la Penisola Sorrentina, ma anche in uno specchio di mare prospiciente la foce del fiume Sarno, catalogato come zona proibita a causa della presenza di sostanze altamente inquinanti.
Datteri di mare, in manette 18 persone
Militari della Guardia Costiera hanno proceduto all’arresto di 18 persone, 7 delle quali destinatari della custodia cautelare in carcere e 11 agli arresti domiciliari, e hanno sottoposto altre 2 persone all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre una terza persona, destinataria della stessa misura, è ricercata. Tutti i destinatari dell’ordinanza emessa dal gip di Torre Annunziata sono indagati per i reati di disastro ambientale, ricettazione ed associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di reati concernenti la pesca illegale dei datteri di mare.
Contestualmente la Guardia Costiera ha proceduto al sequestro di 5 box garage destinati al deposito e allo stoccaggio dei datteri di mare, 8 autovetture, 4 motocicli, 19 mute subacquee, 25 bombole per l’immersione subacquea, 16 retini da pesca, 6 paia di pinne da sub, altre 35 attrezzature subacquee varie (martelli e pinze estrattrici per la raccolta del dattero di mare), 40 telefoni cellulari, 15 sim card, la somma di denaro di oltre 18mila euro in contanti, 2 pc portatili, 1 tablet, nella titolarità o disponibilità degli indagati.
I reati per cui si procede, oltre a quelli per i quali sono state emesse le misure cautelari personali, sono quelli di danneggiamento aggravato, distruzione di un habitat all’interno di un sito protetto, distruzione di bellezze naturali e commercio di sostanze alimentari nocive.
Fondali della costa devastati dai “pirati” dei mitili
Ampie porzioni di costa della Penisola Sorrentina “completamente desertificate” dall’azione predatoria dei “datterari”. E’ quanto emerso dagli accertamenti effettuati dalla Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli sull’impatto derivante dalla raccolta di frodo del dattero di mare nei tratti di costa interessati dalle indagini della Procura di Torre Annunziata, culminate oggi nell’esecuzione di 21 misure cautelari nei confronti di altrettanti componenti di un’organizzazione criminale dedita alla raccolta illegale di datteri di mare.
Nei loro confronti si procede per disastro ambientale, rappresentato, secondo la Procura oplontina, dalla distruzione completa della comunità di organismi “bentonici” che insistevano sullo strato superficiale delle rocce, fino a 10-15 metri di profondità, con conseguente “disequilibrio ambientale” che ha portano ad “alterazioni irreversibili dell’ecosistema marino” con la completa desertificazione di aree ad elevata biodiversità e la “perdita di importanti servizi eco-sistemici”.
E’ stata constatata inoltre “l’alterazione irreversibile del sistema costiero, derivante dalla perdita irreversibile del ‘bene geologico’ identificato nelle formazioni di roccia carbonitica di particolare pregio naturalistico-geologico, derivanti da attività di organismi come coralli e lamellibranchi presenti sotto forma di resti fossilizzati all’interno della massa rocciosa in un intervallo temporale di circa 150 milioni di anni”.