Zaia chiude il punto stampa: «Presidio anti fake news. Tra calunnie e bufale, quante ne ho sentite»
Ci ha sempre messo la faccia: in prima linea sulla pandemia contro il Covid e la disinformazione sulla gestione dell’emergenza. Ma oggi, Luca Zaia dice basta: la sua operazione verità su virus, politica e sanità, può ritenersi conclusa. Il punto stampa delle 12.30 all’unità di crisi della Protezione civile, in viale Antonio Paolucci, Marghera, chiude i battenti. Il rito quotidiano entrato di diritto nella storia del Paese inciampato nell’epidemia del coronavirus. Quel momento di approfondimento e chiarimento, finisce ufficialmente oggi: e – come sottolinea il Corriere della sera in un’ampia intervista al governatore veneto – aggiorna il numero degli incontri all’edizione numero 283.
Zaia chiude il punto stampa delle 12.30: «Ma quante ne abbiamo sentite»…
Dunque, oggi è più che mai il giorno dei bilanci e dei sassolini da togliersi dalla scarpa. E Zaia non manca l’appuntamento con la verità neanche stavolta. Così, in una chiacchierata riassuntiva col quotidiano di via Solferino, il governatore ricorda. Rimugina. Commenta e traccia una linea di confine con virus e con la gestione della pandemia che lo ha visto coinvolto in primo piano, spesso a titolo di esempio da emulare per pragmatismo ed efficienza. Ma, sottolinea il numero uno della Regione Veneto, «quante ne abbiamo sentite: il gran complotto. Il virus che non esiste. I no vax. Respiratori che fanno morire. Microchip inseriti nel naso con i tamponi. È stata la cosa più disgustosa. Perché ciascuno ha subìto una pressione psicologica continua, che non ha aiutato».
Quel momento di informazione vissuto «senza censure»
Certo, le polemiche e i dubbi non sono mancati. E proprio quel punto stampa ha fatto spesso da cassa di risonanza a problematiche e recriminazioni di ogni tipo. Ma, assicura Zaia, «senza censure». Un approccio netto, il suo, che il governatore rivendica anche con il semplice fatti di aver sempre risposto «a tutte le domande possibili a fine conferenza» che i cronisti gli rivolgevano. Già, i giornalisti, che Zaia definisce «coraggiosi, come inviati di guerra. In quella sala, distanziati, ma comunque lì. Sono stati un presidio di protezione civile contro le fake news. Poi, certo: ci sono anche quelli che se cammini sull’acqua scrivono che non sai nuotare. Ma io i giornalisti li devo ringraziare», afferma senza remore il presidente della Regione Veneto, in quello che oggi è stato l’ultimo punto stampa quotidiano.
La calunnia e le fake news, Zaia: «La pandemia mediatica è difficile da contrastare»…
La calunnia e le bufale, due intralci che hanno contrassegnato a loro modo pandemia e comunicazione sul virus e sulla sua gestione. Tanto che Zaia, nella sua intervista al Corriere prosegue: «L’ho sempre pensato come una forma di rispetto verso i miei veneti. Ma in effetti, me l’hanno sconsigliato in tanti, quasi tutti. Però, fin da subito quel venticello aveva cominciato a soffiare. E volevo che tutti fossero consapevoli di quello che stava accadendo, senza censure. – spiega Zaia –. La pandemia mediatica è difficile da contrastare»… Del resto, aggiunge a stretto giro Zaia: «Noi amministratori non abbiamo fatto master sulle epidemie, siamo stati buttati sul campo. E ci abbiamo dovuto mettere la faccia insieme con la responsabilità. Altri, beh… si ricorda il detto? Se la causa pende, rende», conclude Zaia.
Zaia sul punto stampa: «Torneremo, ma in maniera sporadica»
Detto ciò, la saracinesca è abbassata. Ma non chiusa del tutto, anzi. Sul punto Zaia anticipa: «Non è un addio, è un arrivederci… toccando ferro. Torneremo, non escluso anche a breve, ma in maniera più sporadica, e non tutti i giorni». Si chiude un ciclo, si socchiude la porta a un appuntamento importante. Che nel corso di ben 287 incontri quotidiani sull’emergenza Covid – a parte la parentesi dell’estate scorsa, e iniziati il 21 febbraio 2020 – ha seguito la pandemia passo dopo passo, e dalle origini: dalla scoperta dei primi due casi di Covid a Vò Euganeo. Dunque, oggi è il giorno die bilanci e dei ringraziamenti.
Zaia tra bilanci di chiusura e ringraziamenti di rito
E allora, il presidente ha voluto ringraziare la stampa «per la copertura mediatica, da “comunicazione di guerra”, perché lo scorso anno nessuno di voi aveva la garanzia di essere vivo dopo un anno. Eppure c’eravate in conferenza stampa», E del resto, aggiunge Zaia a stretto giro, «senza stampa e senza i giornalisti le performance dei miei tecnici non sarebbero state le stesse», ha spiegato Zaia. «Perché ogni iniziativa prevede anche che venga comunicata e spiegata ai cittadini. Il 20 febbraio dell’anno scorso in molti erano convinti dell’inutilità della comunicazione e della politica. Oggi, però, ne usciamo con una conferma del tutto diversa»…
«Anche Crozza con la sua satira ci ha dato una mano»
E a proposito di ringraziamenti, Zaia non manca di rivolgerli anche al comico che, sopra tutti, lo ha imitato e rilanciato. E allora: «Volevo ringraziare Maurizio Crozza, fa una satira rispettosa», ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia, che non ha dimenticato di menzionare nel suo discorso di chiusura il comico genovese che più volte lo ha “imitato” in Tv. «Pur nella satira – ha sottolineato – ci ha dato una mano permettendoci di tenere in prima fila il Veneto. Prima del Covid non era come oggi: il Veneto non era considerato come ora». Zaia ha però tenuto a precisare infine: «Ma sia chiaro: con Crozza ho rapporti zero…».
Zaia: «Continuerò a fare il governatore»
E visto che, sia pure all’ultima puntata, siamo comunque in un momento conclusivo, proprio prima che cali il sipario sul punto stampa la domanda di rito si fa strada tra i cronisti che a Zaia non mancano di chiedere: «Cosa farò da grande? Tamponi… E il governatore del Veneto: perché ho ancora quattro anni davanti. Mi sono preso un impegno e lo porterò avanti fino alla fine». Anche se – e con questo il presidente del Veneto si toglie l’ultimo sassolino dalla scarpa – «c’è chi dice che non chiuderò il mio mandato. Ma sono leggende metropolitane che sento da quando sono nato…», ha ribattuto per l’ennesima volta. L’ultima di un primo, intenso ciclo di incontri quotidiani...