Report, Zaia sbotta: fiero di operato e risultati del modello Veneto. “Se avete le palle denunciate”

5 Mag 2021 13:05 - di Chiara Volpi
Zaia su Report

Luca Zaia non ne può più. Dopo la controversa inchiesta di Report, concludendo la sua audizione davanti alla commissione Sanità del Consiglio regionale convocata su richiesta delle opposizioni, il presidente del Veneto sbotta: «Non sono qui per farmi processare. Ma se pensate ci sia qualcosa illegale abbiate “le palle” e denunciate». È stato un lungo e serrato confronto, quello in commissione Sanità del Consiglio veneto sulla gestione regionale della pandemia da Covid 19 tra il presidente Luca Zaia, affiancato dall’assessore e dai tecnici della sanità, e i consiglieri regionali. Un appuntamento sollecitato dai consiglieri delle opposizioni, per fare chiarezza sui contenuti della trasmissione di RaiTre Report di lunedì 26 aprile, e svolto in commissione anziché in Consiglio, per dare modo di intervenire anche ai tecnici regionali.

Report, Zaia sbotta in commissione Sanità: «Se avete le palle denunciate»

«A me dispiace che in questa disavventura del Covid che in Veneto ha portato oltre 11.000 morti e tante tragedie familiari, non ci sia stata una no fly zone», ha esordito Zaia nel suo intervento. «Invece, fin dal primo giorno, siamo stati criticati per tutto quello che abbiamo fatto, come se avessimo sbagliato tutto. Mi dispiace perché abbiamo cercato di buttare il cuore oltre l’ostacolo tutti noi: io e la mia squadra di tecnici. E non c’erano le istruzioni per l’uso. Ma, non vengo qua né a giustificarmi né a farmi processare. Vengo qua a dire come stanno le cose». Poi, amareggiato fino all’esasperazione, Zaia rivolgendosi ai consiglieri regionali dell’opposizione, ha tenuto a sottolineare: «Siamo qui tutti pagati, voi quanto me, dai veneti per fare il nostro dovere. E allora, se dopo questa audizione sarete convinti che ci sia qualcosa di illegale. Che ci siano responsabilità personali, metteteci la faccia per una volta: andate in Procura a presentare una denuncia. E così andremo fino in fondo».

Zaia difende con orgoglio interventi e risultati della gestione Covid in Veneto

Una provocazione estrema, quella del governatore, arrivata al culmine dell’esasperazione per le polemiche scatenate dalla trasmissione di Raitre e da tutto quello che ne è seguito. Ma il governatore ha anche avvertito: «Non accetterò mai che qualcuno associ me e i miei collaboratori ad una presunta incuria e mancanza di rispetto per le persone». E ancora. «Non ho nulla da nascondere. Io e i miei tecnici in questi 15 mesi ci abbiamo messo la faccia ogni giorno, e non posso accettare che qualcuno accosti i numeri della mortalità in Veneto a incuria – sono state le conclusioni di Zaia –. Chi pensa che ci siano state illegalità o gestione maldestra denunci alla Procura».

Polemiche dopo Report, la relazione a braccio di Zaia che stronca dubbi e attacchi

Nella sua relazione a braccio (‘non ho nulla di scritto, ma ho chiesto alla presidente Sonia Brescacin di trasmettere tutto in Procura”) – iniziata dopo oltre mezz’ora di tensione tra maggioranza e opposizione sulla gestione delle modalità e dei tempi del confronto, stemperata dallo stesso Zaia – il presidente della Regione ha ripercorso le diverse fasi della pandemia in Veneto e le strategie adottate dal 31 gennaio 2020. Dall’approvazione del piano pandemico regionale («unica regione in Italia»), alle future tappe della campagna vaccinale. Mettendo sempre l’accento sull’imprevedibilità del virus.

Violenza dei contagi e assenza di strumenti

Sostanzialmente «inspiegabile» allora – per il presidente del Veneto – la violenza dell’ondata di contagi registrata in Veneto negli ultimi due mesi del 2020. Così come risultano inspiegabili i numeri relativamente bassi in Veneto della prima ondata. «Quando – ha detto Zaia – mentre Codogno era in ginocchio, il Veneto con il Carnevale di Venezia in corso (sospeso solo per l’ultimo giorno) registrava pochi contagi. Nella terza fase dell’epidemia, invece, sono morti più “nonni”: almeno 7.000. Rispetto alla prima fase, quando non avevamo a disposizione mascherine. Strumenti diagnostici. E protocolli di cura».

Zaia rivendica lavoro fatto e traguardi raggiunti

Insomma, nell’aula del Ferro-Fini Zaia ha difeso a spada tratta il lavoro fatto. Il metodo di squadra. E le decisioni assunte: dalla prima “zona rossa di Vò”, alla scelta di potenziare la diagnostica, affiancando ai tamponi molecolari i test antigenici rapidi. Così, Zaia riepiloga, con orgoglio, tutti gli interventi e risultati conseguiti: «Dall’acquisto di mascherine e respiratori in proprio, alla decisione di non riaprire le scuole a gennaio. Siamo stati i primi ad istituire la “zona rossa”. I primi a fare i tamponi a tutti gli asintomatici. A spingere al massimo le nostre microbiologie per fare i test molecolari (2400 al giorno). E a fare gli screening di massa con i test rapidi». E ancora: in prima linea «a utilizzare i monoclonali. Come a sequenziare il virus individuando la variante inglese. E ora siamo i primi a livello nazionale per numero di vaccinati ogni 100.000 abitanti. Prima dell’estate riusciremo a vaccinare anche i 50enni».

«Io e i miei tecnici abbiano adottato decisioni sempre codificate. Sancite dalla legge»

Una difesa a spada tratta, quella di Zaia in audizione in commissione Sanità del Consiglio Regionale, del lavoro svolto e dei traguardi raggiunti. La gestione del Covid 19 in Veneto – ha ricordato Zaia – «ha richiesto una spesa straordinaria di 700 milioni e l’assunzione nel servizio sanitario di 5.068 operatori in più, tra medici, infermieri e Oss, incrementando l’organico del 10 per cento. Forse in questi 15 mesi abbiamo avuto una colpa: quella di esserci preoccupati», ha detto infine il governatore, rivolto ai consiglieri di palazzo Ferro-Fini. «Non sono qui per cercare giustificazioni o per farmi processare – ha poi aggiunto –. Io e i miei tecnici abbiano adottato decisioni sempre codificate. Sancite dalla legge. Condivise con l’Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute. Non accetterò mai che qualcuno associ me e i miei collaboratori ad una presunta incuria e mancanza di rispetto per le persone».

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