Scontro “epico” sul set di Fedez: la drag queen si sfoga sui social e rischia la denuncia

17 Giu 2021 20:15 - di Chiara Volpi
drag queen Fedez

Sul gettonatissimo e cliccatissimo video di musicale di “Mille” – il singolo a tre voci che conta anche la partecipazione di Orietta Berti e Achille Lauro – furoreggia la polemica. Il sacro fuoco della recriminazione divampa sui social, dopo lo sfogo-denuncia di una delle due drag queen, ingaggiata per recitare nella clip. Una lamentela accesa che ha coinvolto soprattutto il paladino della comunità Lgbt, Fedez. Si chiama Paola Penelope la protagonista e vittima della vicenda che, dopo aver sparato a zero contro lo staff del cantante, ha vergato di suo pungo una lunga lettera indirizzata al marito di Chiara Ferragni, in cui la mittente ha parlato di un «lavoro da incubo», menzionando alcuni degli insulti ricevuti dagli addetti ai lavori durante la giornata delle riprese.

Bufera sul set di Fedez: la drag queen contro tutti

Ora dunque, si apre il capitolo secondo della tortuosa vicenda. «Il mio era solo uno sfogo che volevo fare arrivare a Fedez e ora rischio di essere denunciato per aver postato sui miei social delle foto che mi hanno girato scattate durante le riprese sul set», torna sul caso la Penelope, aggiornando la faccenda social all’ultima recriminazione. E allungando il cahier de doleances che la drag queen del video Mille rivolge al “rapper di Buccinasco”. Paolo Penelope, infatti, all’Adnkronos racconta che «l’incubo del video non è ancora finito». Visto che il produttore sotto al suo post (quello su Facebook, in cui spara a zero contro lo staff del cantante) «sostiene che il mio assistente ha fatto le foto sul set nonostante io abbia firmato una liberatoria che lo proibiva. Ma non è vero. Me le hanno passate le altre comparse e io l’ho postate dopo l’uscita del video. Il mio telefono non l’ho mai aperto», tiene a sottolineare Penelope.

Dal set di Fedez allo sfogo sui social: la drag queen rischia la denuncia

Dunque, stando a quanto riferisce sul casus belli l’Adnkronos, sotto al post della drag queen il produttore della clip, Antonio Giampaolo, nel replicare, commenta: «Io rispetto il tuo mestiere di Drag, ma ti chiedo di rispettare il ruolo delle comparse. E tu lì eri come comparsa, così come tutti gli altri. Noto però con piacere dai tuoi social che non hai perso tempo a pubblicare selfie con gli artisti e foto sul set. Le altre comparse hanno rispettato la liberatoria firmata dove c è scritto il divieto di scattare foto e video, quindi prima di fare polemica ricorda il ruolo che hai ricoperto, e attieniti a ciò che firmi. Ti ringrazio ancora come ho fatto sul set personalmente per aver preso parte al progetto . Ma la celebrità si ottiene con professionalità, non cercando di usare nomi e urlando vergogna».

«Se mi denunciano io mi difenderò»

Ma Paola Penelope non demorde. E tutt’altro che disponibile a tacere su quanto patito su quel set, annuncia battaglia: «Se mi denunciano io mi difenderò. Il mio telefono è a disposizione. Se ho scattato delle foto lo devono provare loro». E al produttore controbatte: «Il mio sfogo sui social non era per farmi pubblicità, non me ne frega proprio nulla! A me interessava solo dire che se un personaggio pubblico si espone deve poi fare attenzione a chi si circonda nella vita quotidiana perché questo può vanificare tutto il lavoro pubblico che fa in pubblico». A questo punto i toni si inaspriscono, e da ambo le parti.

La contro-replica al vetriolo del produttore alla drag queen

«Hai tirato in ballo Fedez per avere cassa di risonanza – scrive ancora il produttore di Mille –. Torno a ripeterti che nella liberatoria che hai firmato hai violato un punto fondamentale. Ripeto anche che hai avuto trattamento privilegiato con camerino, con aria condizionata, a te riservato e la tua amica e vostro assistente/fotografo personale. Porta rispetto alle altre comparse che invece sono state super disponibili e nessuno si è lamentato nonostante non avevano camerino come te». E dalle spiegazioni alle accuse, il passo è breve. Tanto che, sul post pubblicato da Penelope è intervento anche l’aiuto regista Daniele Barbiero. Il quale affida la sua difesa a un punto cardine principale, sostenendo: di non aver mai usato la parola trans.

La battaglia corre sul filo delle definizioni

La battaglia corre sul filo delle definizioni. Ci si difende sui termini usati. Sull’etimologia. E sul significato. Ma anche sulla fisica del suono e sulle circostanze ambientali. E, naturalmente, si rinnega e si smentisce. «Quando ho chiesto, come a ogni fine scena, di farvi mettere all’ombra, era per non farvi morire di caldo. E, come le altre volte, ho usato la parola drag che probabilmente vista la grande distanza. L’uso delle mascherine. Delle radio e del megafono può esservi arrivata in altro modo», insiste l’aiuto-regista, rispendendo al mittente le accuse della drag queen. Sono sensibile alle lotte di parità di diritti di ogni categoria ma credo che questa polemica non sia centrata, perché l’utilizzo di ciascuna figurazione è stato effettuato per un’idea artistica e non per mettere al centro questa o quella figura. Né si fanno favoritismi opposti».

Il conformismo dell’anti-conformismo?

Insomma, il piano inclinato delle polemiche fa scivolare protagonisti e presunte vittime sul terreno – anch’esso assai scivoloso – di conformismo dell’anti-conformismo che rischia di creare e alimentare dubbi e recriminazioni. Non a caso, la Penelope tira dritto e incalza: «L’aiuto regista dice che quello che ho detto non era vero. E che lui era venuto in camerino solo perché avevamo sentito male. Ma quando lui è venuto gli ho anche detto: “Non offendere la nostra intelligenza. Ti abbiamo sentito in quattro”. Io ho accettato di partecipare al video solo in virtù di Fedez – conclude poi la drag queen tutt’altro che disposta a recedere di un passo –. E quando sono stato contattato da questa società esterna – precisa pure – non avevo idea che sarebbe andata a finire così»...

 

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