L’Italia piegata dal virus spera nella Nazionale per la ripartenza. Come coi Mondiali di calcio del 1982

12 Giu 2021 11:33 - di Adele Sirocchi

Partiamo da un semplice dato: quasi tredici milioni di italiani hanno visto la partita dell’Italia contro la Turchia. E tutti gli hanno dato lo stesso significato. Il segnale del ritorno alla normalità, la metafora di una ripartenza vincente. Complici i gol di Immobile e Insigne, il capo dello Stato in tribuna d’onore all’Olimpico, Bocelli che canta “nessun dorma” e l’Inno, il Canto degli italiani sulle cui note scorrevano le immagini dall’alto di una Roma che torna ad accogliere i tifosi, i turisti, le luci, i rumori, i cori. Momenti importanti per un paese piegato dal virus che comincia a sperare che il tempo della tragedia possa finire.

Europei 2020  come i Mondiali del 1982

Non è retorica perché già è accaduto: con i Mondiali del 1982. L’epica vittoria degli azzurri in quell’occasione segnò il ritorno di un patriottismo che divenne subito contagioso, con i tricolori che sventolavano dai balconi e dalle auto. Riaffiorò un sentimento nazionale che l’odio degli anni di piombo aveva messo in letargo, oscurandolo e appesantendo gli animi tutti di foschi pensieri. All’epoca fu il terrorismo a fiaccare gli italiani, adesso è stata una pandemia. 

Accame e i tricolori tornati a sventolare

Lo spettacolo del calcio, grazie all’entusiasmo e alla commozione che riesce a trasmettere, porta ancora una volta su di sé la missione impossibile: far tornare nel paese la speranza, l’orgoglio, la voglia di ricominciare. Nel 1982 furono intellettuali come Giano Accame a comprendere che dagli stadi quel rinato sentimento di identità nazionale aveva il valore di una svolta, di un momento magico nella vita di una comunità. Scriveva Accame: “Prima del Mundial il tricolore era kitsch, era out, un simbolo diventato inerte come i vecchi stemmi sulle privative di sali e Tabacchi. Persino le celebrazioni garibaldine non erano riuscite a ridargli aria. Penzolava. Dopo è tornato in, rigonfiandosi allegramente e pacificamente di una nuova solidarietà, nuove speranze, una nuova legittimazione“.

Il miracolo può ripetersi

Oggi quel “miracolo” può ripetersi grazie alla condivisione via social, veicolo per una volta di una soddisfazione collettiva che taglia fuori ed emargina gli odiatori da tastiera. In tanti, mentre risuonava il Canto degli italiani, hanno scritto post in cui commentavano osservando che il nostro è l’Inno nazionale migliore tra tutti. In tanti hanno affidato ai social la speranza di un nuovo inizio. Tra questi anche Giorgia Meloni, che ha augurato “Forza Azzurri” con in braccio la figlia Ginevra. Il ct della nazionale Mancini, consapevole della fase che l’Italia sta attraversando, ha per prima cosa detto in conferenza stampa: “Mi fa piacere avere dato soddisfazione a tutti gli italiani”. L’Italia se lo meritava, e ne aveva bisogno. Una partenza col piede giusto, quella di venerdì 11 giugno, che speriamo possa farci tornare alla socialità, alla normalità, alla vita. Sempre tifando il Tricolore.

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