Ddl Zan, su Letta in retromarcia l’ironia di Iv: «Vuole il confronto? Ora che diranno i pasdaran?»

22 Giu 2021 12:07 - di Giacomo Fabi
Ddl Zan

Era scontato, è accaduto. La nota formale con cui il Vaticano ha chiesto al governo di bloccare l’esame del ddl Zan a tutela dei diritti riconosciuti ai cattolici italiani dal Concordato, ha terremotato le posizioni dei vari partiti. L’esempio più clamoroso è quello del Pd: fino a ieri indisponibile ad intavolare trattative con il centrodestra, un minuto dopo l’intervento vaticano riscopre la necessità del «confronto in Parlamento». Un’inversione ad “u” che espone il suo leader all’ironia di Italia Viva. «Letta apre a cambiare la legge Zan? E adesso cosa dicono i pasdaran?», ha attaccato Davide Faraone.

Salvini: «È quel che voleva La Lega»

A buon diritto, visto che i dem avevano più volte attaccato i renziani per le sollecitazioni rivolte alla maggioranza a ricercare un dialogo con il centrodestra. Certo, Letta continua a difendere «l’impianto normativo» del ddl Zan e a descriverlo come «una norma di civiltà». Ma è solo nebbia per nascondere la retromarcia che si accinge ad innestare. Ma la nota della Santa Sede è motivo di soddisfazione soprattutto per Matteo Salvini. «Stop e revisione del ddl Zan – ricorda – era la richiesta della Lega». Un invito alla sinistra ad ammainare le «bandiere ideologiche» arriva da Licia Ronzulli, influente senatrice di Forza Italia. «Il passo indietro di Letta – a suo avviso – è tardivo e obbligato».

L’attuale ddl Zan è ormai carta straccia

La legge, insomma, va riscritta. Del resto, la defezione del Pd dal fronte degli oltranzisti rimette tutto in discussione. A difendere l’attuale testo del ddl Zan, considerato dalla Chiesa lesivo dei diritti («all’autonomia organizzativa» e «di pensiero») dei cattolici resta un fronte minoritario: 5Stelle, sinistra radicale, Calenda (ma solo per motivi tattici legati alle elezioni romane) e gli atei italiani. E forse è il caso di dare la sveglia anche allo stesso Alessandro Zan, il primo firmatario del controverso provvedimento. «Il testo – si legge in un suo tweet – non limita in alcun modo la libertà di espressione, così come quella religiosa. E rispetta l’autonomia di tutte le scuole». Qualcuno lo avverta che la sua guerra è finita. E che l’ha pure perduta.

 

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