Candidati-sindaco, il centrodestra è un cantiere: a Milano spunta il nome del genero di Ennio Doris

3 Giu 2021 20:19 - di Redazione
Milano

Lavori in corso nel centrodestra in cerca dei sindaci da schierare alle amministrative d’autunno. A tenere banco sono soprattutto Roma e Milano. Per la capitale sono in corso degli incontri tra Matteo Salvini e i candidati in pectore. Nelle scorse ore, il leader leghista ha visto Simonetta Matone e domattina incontrerà Enrico Michetti, che Giorgia Meloni considera il profilo più adatto nella corsa al Campidoglio. Il vertice decisivo potrebbe tenersi martedì, ma manca ancora la decisione ufficiale. A partire da domani pomeriggio Salvini replica a Milano, con personalità sempre civiche da schierare nel capoluogo lombardo.

Oscar di Montigny è ad di Mediolanum Comunicazione

Il nome emerso in queste ultime ore è quello di Oscar di Montigny. Sposato con Sara Doris, genero di Ennio, di Montigny è presidente di Flowe e amministratore delegato di Mediolanum Comunicazione. Un profilo che in altri tempio sarebbe stato definito soprattutto berlusconiano. Ad anticipare il suo nome è stato ieri il sito di Affaritaliani.it. Oggi lo hanno confermato fonti del centrodestra. Altri nomi che circolano sono quello di Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, e quelli dei manager Riccardo Ruggieri e Fabio Minoli. In ambito accademico troviamo invece Maurizio Dallocchio, docente alla Bocconi, mentre in quello strettamente politico resiste l’ex-ministro Maurizio Lupi. «Sul nome del candidato sindaco di Milano – apre Ignazio La Russa – l’ultima parola sarà di Salvini».

La Meloni «Su Roma e Milano non si perda altro tempo»

L’esponente di FdI non lo dice esplicitamente, ma le sue parole lasciano intendere che per quello di Roma la parola in più spetta alla Meloni. «Non possiamo perdere altro tempo, l’ho detto agli alleati», ha riferito la presidente di FdI ai giornalisti uscendo da Palazzo Chigi dopo l’incontro con Mario Draghi. «La settimana prossima – concluso – il vertice si dovrà fare». La palla torna quindi a Salvini. la sua scelta attendista comincia a sollevare qualche perplessità anche internamente. «Tra poco Sala presenta tutte le sette liste che lo sostengono, mentre noi non abbiamo ancora il candidato», si sfoga un dirigente leghista. Già, il fattore tempo: «Siamo a giugno. A luglio Milano si svuota. Quando la facciamo la campagna elettorale? Un mese, a settembre».

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