Reithera, clamoroso stop della Corte dei Conti al vaccino italiano. Anche Zingaretti sotto accusa

14 Mag 2021 19:42 - di Guido Liberati
reithera vaccino

Il vaccino italiano ReiThera contro il Covid rischia lo stop definitivo. La Corte dei Conti ha infatti fatto sapere che non ha registrato il decreto per la sua produzione e dunque la biotech di Castel Romano rischia di non ricevere i fondi da Invitalia. Per la precisione 81 milioni di euro promessi a gennaio.

Il progetto, arrivato alla fase due delle sperimentazioni, rischia di finire qui. Senza quei finanziamenti ReiThera non potrà avviare la fase 3 né ricevere l’autorizzazione all’uso.

Lo stop della Corte dei Conti a Reithera

L’ufficio del controllo, scrive la magistratura contabile in una nota, il 4 maggio scorso, “ritenendo che le risposte fornite dall’Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, ha deferito la questione all’esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità”. A conclusione dell’adunanza, l’11 maggio 2021, “la Sezione centrale ha deliberato di ricusare il visto sul decreto” relativo all’Accordo di sviluppo sottoscritto il 17 febbraio 2021. “L’atto non è stato, quindi, ammesso a registrazione“. Lo rende noto la Corte dei Conti.

Il primo marzo 2021 era pervenuto al controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti il decreto relativo all’Accordo di sviluppo sottoscritto il 17 febbraio 2021 dal ministero dello Sviluppo economico, da Invitalia spa e dalla Società ReiThera srl, volto a sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano. Questo programma è costituito da un progetto di investimento produttivo – finalizzato all’ampliamento dello stabilimento produttivo sito in Castel Romano (Rm), e da un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, destinato a completare la sperimentazione clinica (studi clinici di fase 2 e 3) del vaccino anti Covid-19.

L’accordo firmato anche da Arcuri

Il decreto prevedeva di mettere a disposizione per il finanziamento degli investimenti risorse nel limite massimo di 50 milioni di euro. Di cui, 41 mln di euro a fondo perduto. E il resto come finanziamento a fondo agevolato. Su un totale complessivo pari ad 80 milioni previsto dal cosiddetto Decreto rilancio.

In esito all’attività istruttoria, in data 8 aprile 2021, è stato formulato rilievo da parte del competente Ufficio di controllo della Corte. L’Amministrazione ha riscontrato tale rilievo, fornendo i richiesti chiarimenti, in data 21 aprile 2021. Successivamente, in data 4 maggio 2021, l’Ufficio del controllo ritenendo che le risposte fornite dall’Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, ha deferito la questione all’esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità. A conclusione dell’adunanza, in data 11 maggio 2021, la Sezione centrale ha deliberato di ricusare il visto sul decreto. L’atto non è stato, quindi, ammesso a registrazione.

Ghera e Maselli (FdI): “Zingaretti dovrà chiarire”

“Come Fdi sui ritardi della sperimentazione del vaccino italiano Reithera (che poi in realtà italiano non è) abbiamo fin da subito chiesto chiarimenti presentando un’interrogazione alla Regione Lazio. La notizia di oggi che vede la bocciatura da parte della Corte dei Conti proprio sul vaccino, conferma che i nostri dubbi erano più che legittimi. Abbiamo presentato una seconda interrogazione per sapere il perché non sia stata fatta almeno una manifestazione di interesse per affidare una cifra così importante”. E’ quanto dichiarano, in una nota congiunta, gli esponenti di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio Fabrizio Ghera (capogruppo) e Massimiliano Maselli consigliere.

“Oltre al governo, che ha erogato 81 milioni di euro, anche la Regione Lazio ha investito 5 milioni. Soldi pubblici su cui Zingaretti dovrà chiarire e spiegare se la sperimentazione del vaccino italiano andrà avanti o meno. Una vicenda che si appresta a diventare un altro scandalo che si aggiunge alle vicende delle mascherine e della concorsopoli targata Pd”, concludono.

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