Polito in campo per Povia e Pio e Amedeo: «La libertà di parola vale per tutti, non solo per Fedez»

3 Mag 2021 9:36 - di Gabriele Alberti
Fedez

Fedez può diventare il nuovo Grillo? Esordisce così, ex abrupto, Antonio Polito, nell’editoriale sul Corriere della Sera. Il caso Fedez e della polemica tutta a sinistra tra la Rai e i vertici da lei stessa nominati in quota giallorossa continuano ad animare le pagine dei quotidiani. Fedez come Grillo? Che Dio ce ne scampi e liberi.  Polito dà la sua risposta , affrontando il tema da un’angolatura particolare. Ormai la politica ha abdicato allo spettacolo. Per cui:”E perché no?.  Siamo il Paese-guida della democrazia dell’intrattenimento, quello che per primo ha appaltato la politica allo spettacolo”.  Prospettiva deprimente ma realistica: “Se è già successo, può succedere di nuovo”. Fa pensare il ragionamento. “Qualcuno ha fatto notare che Fedez vanta su Instagram un numero di follower superiore al numero dei voti presi dal centrodestra alle ultime elezioni. Per non dire della moglie. Un tempo a questa osservazione si sarebbe obiettato che una cosa sono i like e una cosa i consensi elettorali. Ma – nota corrosivo l’editorialista del Corriere- da quando Piero Fassino sfidò Grillo a farsi un suo partito: «così vediamo quanti voti prende»; l’argomento non è più utilizzabile. Anzi. Ieri la sinistra si è schierata toto corde con l’influencer, e ha intimato alla Rai «basta censura». Ha seguito a ruota Giuseppe Conte, forse immemore di aver insediato lui la dirigenza attuale di viale Mazzini”.

Fedez può diventare il nuovo Grillo

Già, lo spettacolo della sinistra che litiga con se stessa è scena vista e rivista. Ma la sinistra che si scorda di avere lei stessa dettato le nomine dei vertici Rai è scena, appunto, comica. E è proprio  il basso livello di certa politica ad avere lasciato campo libero allo spettacolo: ieri a Grillo, oggi e domani chissà? Spettacolo deprimente immaginare Fedez capo-partito. Del resto la sinistra tutta con l’ex premier Conte si sono unititi intorno al rapper: la maggioranza giallorossa già ce l’ha il marito di Chiara Ferragni. Il discorso di Polito probabilmente è condito con una buona dose di ironia. Però alcuni elementi sono eloquenti.

Libertà di parola: doppiopesismo

Uno: fa leva sull’indignazione, la “stessa moneta che ha usato Grillo”.  Due: ha individuato il nemico politico, ossia chi la pensa diversamente da te. In questo caso il Dl Zan è il pomo della discordia.  Il che è significativo: tutti i partiti di governo attualmente sono più o meno d’accordo su tutto, capriccio più capriccio meno. A dividerli invece insanabilemente sono proprio i temi etici. Polito non entra nel merito della legge in questione, però fa un appunto importante. Fedez deve essere libero di affermare il suo pensiero. Ma la libertà di espressione deve valere per tutti. Su questo siamo tutti d’accordo. “Lo si sarebbe con ancora maggiore entusiasmo se i difensori del diritto di parola di Fedez avessero usato la stessa energia nel difendere le canzoni di Povia, o la comicità di Pio e Amedeo” scrive Polito che mette il dito nella piaga: il doppiopesismo. “Ma l’indignazione ha questo di speciale: è selettiva. Non ci si indigna mai contro quelli che la pensano come te”, postilla giustamente. La sintesi è una, attenzione: “la moneta dell’indignazione si inflaziona”. Nel senso che si deteriora: “se non si trasforma in politica, la rabbia non può fare altro che divorare se stessa”.

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