Lady Diana, l’intervista è affare di Stato: Johnson avverte la Bbc. E Harry lancia un’altra bomba
Non si arrestano gli effetti del terremoto provocato dall’inchiesta sulla famosa intervista del 1995, nella quale Lady Diana denunciò i tradimenti del marito, parlando di un matrimonio «un po’ troppo affollato». Dopo la conclusione delle indagini e l’allargamento delle accuse ai vertici della Bbc di allora, Lord Tony Hall, ex direttore generale della rete ed ex responsabile delle news all’epoca dell’intervista, oggi si è dimesso dal suo incarico attuale di presidente della National Gallery. In sostanza, a conclusione dell’inchiesta è emerso che i vertici della Bbc avrebbero coperto i metodi del giornalista Martin Bashir, accusato di aver estorto l’intervista a Diana con l’inganno. Ma il caso è arrivato anche all’attenzione del governo, che, non senza uno strascico di polemiche, ha parlato della necessità di una riforma della tv di Stato. Il tutto mentre il principe Harry lanciava nuove bordate alla Famiglia reale, partendo proprio dalla morte della madre.
Per l’intervista a Lady Diana cade un’altra testa
Lord Hall, annunciando le dimissioni per evitare che la sua presenza alla presidenza della National Gallery costituisse «una distrazione», si è detto «molto dispiaciuto per gli eventi di 25 anni fa». «Leadership significa responsabilità», ha sottolineato nel suo comunicato Hall, che era direttore generale della Bbc nel 2016, quando l’emittente assunse nuovamente Bashir dopo una serie di altre esperienze professionali. Bashir, dal canto suo, si era già dimesso prima della consegna ufficiale del dossier, motivando la scelta con problemi di salute.
Johnson avverte la Bbc: dovete riformarvi
«La Bbc potrebbe essere in grado di fare da sola», ha spiegato una fonte di Downing Street alla Bbc, dopo che Johnson ha detto chiaramente che un episodio come quello che ha riguardato Lady Diana non deve accadere mai più. La Bbc ha già fatto presente di aver già introdotto cambiamenti fondamentali dagli anni Novanta. E l’ex presidente, Lord Grade, presenterà un nuovo Consiglio editoriale indipendente che riferirà all’attuale catena di comando. L’idea di Lord Grade sarà considerata dal governo il prossimo anno, nel quadro della revisione di medio termine della “Royal Charter”, l’accordo con il governo sui progetti a lungo termine della Bbc, inclusi i suoi finanziamenti, che termina nel 2027.
La nuova bordata di Harry alla famiglia reale
Il terremoto che ha investito Bbc si accavalla a quello provocato dalle nuove rivelazioni di Harry sulle sofferenze patite in seno alla famiglia reale. Il principe ha parlato delle droghe e dell’alcool utilizzati per nascondere il dolore per la morte della madre nell’ambito della docu-serie The Me You Can’t See su Apple Tv. A condurre le interviste è stata ancora Oprah Winfrey, ormai assurta di fatto a ruolo di confidente ufficiale di Harry e della moglie Meghan. Harry, che aveva 12 anni quando Lady Diana è morta, ha anche riferito di aver sofferto di ansia e attacchi di panico tra i 28 e i 32 anni.
Droga e alcol per dimenticare il dolore della perdita
«Quello che ricordo più nitidamente è il rumore degli zoccoli dei cavalli. Era come se fossi uscito dal mio corpo, come se camminassi facendo quello che ci si aspettava da me. Mostravo un decimo delle emozioni che tutti mostravano: questa era mia madre, non l’avete nemmeno mai incontrata», ha raccontato Harry parlando del funerale di Lady Diana. Nella serie, che si concentra sulla salute mentale, Harry parla dunque del trauma della perdita. «Ero disposto a bere, a prendere droghe, a provare le cose, a fare le cose che mi facevano sentire meno come mi sentivo in realtà», ha raccontato il principe, ammettendo di aver bevuto tanto durante la sua giovinezza «perché cercavo di mascherare qualcosa».
Ma durante il programma Harry è tornato anche a denunciare l’assenza di empatia da parte della famiglia reale. Il «totale abbandono» nei confronti di Meghan, una delle «principali ragioni» dell’addio alla Gran Bretagna. «Certamente ora – ha avvertito – non sarò mai costretto a tacere».