Incidenti piazza San Carlo, il tribunale di Torino: «Appendino imprudente, frettolosa e negligente»

13 Mag 2021 20:20 - di Redazione

“Un approccio frettoloso, imprudente e negligente”. Queste le motivazioni della sentenza del tribunale di Torino che ha condannato a 18 mesi di carcere la sindaca Chiara Appendino per gli incidenti di piazza San Carlo. Avvenuti il 3 giugno 2017 in occasione della proiezione della finale di Champions Juve-Real. Quando un’ondata di panico collettivo e il fuggi fuggi della folla costipata nella piazza provocarono 1.600 feriti. E, più tardi, la morte di due donne.

Incidenti San Carlo, le motivazioni della condanna di Chiara Appendino

Secondo il gup, Maria Francesca Abenavoli, in sostanza la prima cittadina grillina ha autorizzato l’evento, l’ha commissionato. E poi si è disinteressata di tutti gli aspetti operativi.  Le condizioni di criticità erano evidenti, si legge ancora nelle motivazioni della condanna. Le scelte dell’amministrazione hanno consegnato agli organizzatori una “traccia troppo rigida” entro cui lavorare. Ma la responsabilità della Appendino deriva anche da un decreto legislativo del 2000. Che attribuisce ai primi cittadini funzione di tutela della incolumità pubblica.

Il gup: la sindaca è stata frettolosa e negligente

Ha commissionato a terzi la gestione dell’evento, operando a monte delle scelte. Che non lasciavano congruo margine di discrezionalità a chi doveva operare in concreto per assicurare la sicurezza dell’evento. E tali scelte sono state frutto di un approccio frettoloso, imprudente (perché non ha tenuto conto dei rischi connessi). E negligente (perché non ha vigilato in alcun modo sulla concreta attuazione di tali scelte), trascurando di assicurare il dovuto rilievo anche nella fase di formazione  della decisione agli aspetti connessi alla sicurezza”. Parole pesanti che confermano la responsabilità e la superficialità nella gestione della piazza.

Aveva il compito di preservare l’incolumità pubblica

“Era preciso compito della sindaca preservare la tutela dell’integrità fisica delle persone. Anche in qualità di ufficiale di governo”. ”Chiara Appendino – continua il gup – ha operato per lo più attraverso il suo capo di gabinetto Paolo Giordana. Cche l’ha sostenuta e spesso preceduta nelle decisioni in virtù dell’amplissima delega ricevuta. E non si è mostrata in alcuna occasione, se non nelle comunicazioni mediatiche,  personalmente interessata a seguire da vicino l’evoluzione di una situazione cui aveva dato corso. Si è limitata a volere fortemente l’evento e si è affidata totalmente a Giordana”.

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