Finalmente la Appendino fa mea culpa: «Vi chiedo scusa per piazza San Carlo»

10 Giu 2017 14:00 - di Bianca Conte

«A distanza di una settimana dai fatti di Piazza San Carlo ho voluto scrivervi alcune parole, sulle quali spero, tutti insieme, si possa riflettere. Vi chiedo di aiutarmi a diffonderle. Grazie a tutti voi». Finalmente ce l’ha fatta, il sindaco di Torino, a una settimana di distanza dalla mattanza – e dalla strage sfiorata appena della serata di finale di Champions Ligue tra Juventus e Real Madrid. Dopo 7 giorni di profilo basso. Di silenzi alternati solo con l’addebito delle responsabilità a non meglio individuati terzi soggetti in campo. E dopo un bollettino di guerra urbana che sul campo ha lasciato un bambino di 7 anni vivo per miracolo, e due donne ancora ricoverate, travolte dalla folla inferocita in fuga sull’infinità di schegge di vetro che ricopriva il manto stradale: quel che restava delle innumerevoli bottiglie che non si sa come è stato possibile portare in quantità industriali in piazza San Carlo. Finalmente però, oggi, sono arrivate le scuse isitituzionali: affidate a una lettera rivolta ai cittadini e postata sul profilo Facebook della sindaca pentastellata di Torino.

Chiara Appendino comincia a chiedere scusa?

«Un sindaco rappresenta un’intera comunità e deve essere pronto ad assumersi anche responsabilità che vanno al di là del ruolo che ricopre – si legge nel testo -. Per questo, a nome mio, di tutta l’amministrazione e della comunità che rappresento – a prescindere dalle eventuali responsabilità civili e penali di ognuno – desidero porgere le mie scuse a tutte le persone coinvolte». Chissà, forse quel richiamo in aula arrivato dal suo predecessore Piero Fassino ha fatto centro: e oggi, l’ex sindaco in quota Pd che all’Appendino aveva chiesto, «non le dimissioni», ma «di abituarsi ad assumersi le sue responsabilità, che le derivano dall’essere stata eletta sindaco», ha avuto una sua parziale risposta. Chissà, forse l’appello arrivato da più parti e su più fronti ad individuare i responsabili operativi, che non sono stati in grado di valutare l’emergenza e le sue degenerazioni immediate, comincia a fare effetto (finalmente). E magari, quel «è evidente che non ha funzionato qualcosa» dichiarato a caldo dal ministro Minniti ha chiuso il cerchio.

Quella lettera che segue le scuse del prefetto

Fatto sta che appena qualche ora fa, all’indomani della lettera di scuse arrivata dal prefetto Renato Saccone che ieri, in un’intervista al quotidiano torinese La Stampa ha affermato: «Io sono il responsabile generale dell’ordine e della sicurezza pubblica e quindi rientro tra le persone che devono chiedere scusa», anche lei, alla fine, la sindaca grillina Chiara Appendino ha almeno cominciato a scusarsi. Per il mea culpa quanto ancora bisognerà attendere?

 

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