Gruppo unico in Ue, FdI e FI freddi sulla proposta di Salvini: «Non è una somma matematica»
È stata accolta con freddezza da FdI e Forza Italia la proposta di Matteo Salvini di dare vita nel Parlamento Ue a un gruppo unico dei partiti di centrodestra. Pesano, hanno fatto notare esponenti dell’uno e dell’altro partito, ragioni tecniche e, in parte, anche ragioni politiche, specifiche della connotazione comunitaria. Restano ferme, comunque, sia l’unità del centrodestra a livello nazionale sia la possibilità di collaborazioni a livello europeo, pur nell’appartenenza a gruppi parlamentari diversi.
Salvini: «Uniamoci per fermare la sinistra Ue»
«Questo è il momento in cui dobbiamo lavorare per mettere insieme il meglio dei tre gruppi alternativi alle sinistre, per essere determinanti e per diventare il primo gruppo all’interno del Parlamento europeo», ha detto Salvini, intervenendo in diretta su Facebook alla videoconferenza dell’incontro “A project for another Europe”, organizzato a Cascais in Portogallo dai partiti aderenti a Id (Identità e Democrazia). Salvini, dunque, ha proposto di costituire un gruppo unitario al Parlamento europeo formato dai partiti che si ritrovano in Id, Ecr e Ppe. «I numeri ci dicono – ha aggiunto – che, se volessimo e se ciascuno rinunciasse a una bandierina nel nome della crescita comune, già da domani potremmo essere il secondo eurogruppo a Bruxelles».
FdI perplesso sul gruppo Ue unico proposto da Salvini
La questione di unire i gruppi europei alternativi alla sinistra, però, come ha sottolineato il capodelegazione di FdI a Bruxelles, non è solo un processo matematico. «Da presidente dei Conservatori europei Giorgia Meloni – ha ricordato Fidanza – è impegnata ogni giorno per allargare la famiglia di Ecr a chi condivide i nostri valori. A cominciare da chi, tra i popolari, è stufo della subalternità del Ppe alle sinistre e da chi, alla destra di Ecr, vuole superare un certo velleitarismo anti-europeo per costruire destre di governo alleabili con il centro, in una prospettiva bipolare come quella che abbiamo in Italia». Si tratta, però, ha avvertito Fidanza di un «processo articolato, che non si fa con le formule matematiche, ma con dialogo e politica. Il gruppo Ecr è esattamente il baricentro di questo processo e – ha sottolineato – anche la garanzia di solidi legami internazionali con i conservatori americani e britannici».
«Piuttosto pensiamo a un coordinamento stabile»
Anche Ignazio La Russa ha espresso perplessità, chiarendo che «non conosco le regole e i regolamenti europei, ma per quel po’ che so, un gruppo unico delle forze di centrodestra a Bruxelles avrebbe anche dal punto di vista tecnico, a prescindere dalle motivazioni politiche, delle controindicazioni. Non vedo controindicazioni, invece, per un coordinamento stabile e proficuo tra i vari gruppi di centrodestra in Europa», che anzi sarebbe una «proposta da valutare attentamente».
Tajani: «Il modello italiano non si può trasferire nell’Ue»
Anche per Antonio Tajani le collaborazioni sui singoli temi sono «sempre possibili», mentre altra cosa è un gruppo unico. «In Italia il centrodestra è unito, con la Lega di Matteo Salvini collaboriamo lealmente e con ottimi risultati che gli italiani conoscono perfettamente. Questo modello, però – ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia – non è al momento replicabile in Ue dal momento che nel gruppo Id siedono anche forze politiche come Afp e il Front national che sono apertamente anti europeiste. Per il Ppe è impossibile fare un gruppo con loro». «La collaborazione sui temi di cui parla Matteo Salvini è invece sempre possibile. L’accordo vincente contro la sinistra – ha aggiunto Tajani – è quello che portò alla mia elezione a presidente del Parlamento europeo tra Ppe, Conservatori e Liberali».