Ferrovie, Draghi licenzia l’uomo di Conte. Oggi il bis su Cassa Dd e Pp. Grillini in ritirata

27 Mag 2021 9:20 - di Michele Pezza
Draghi

A Ferrovie arrivano Luigi Ferraris e Nicoletta Giadrossi, rispettivamente nuovi ad presidente, mentre oggi Dario Scannapieco s’insedierà al vertice di Cassa depositi e prestiti. Nomine all’insegna della discontinuità e senza trascurare le quota rosa. Il “metodo Draghi” comincia a sagomare la squadra che gestirà parte dei miliardi del Recovery Plan nei posti-chiave. Si tratta, infatti (soprattutto i due uomini), di persone vicinissime al premier e al ministro dell’Economia Daniele Franco.

Fs, Ferraris al posto di Battisti

I partiti della maggioranza dovranno accontentarsi nei posti in Cda. In quello di Fs entrano Pietro Bracco, dell’omonimo studio tributario che per la Lega ha curato la proposta dei conti individuali di risparmio (Cir). Con lui entrano Stefano Cuzzilla (Federmanager), Alessandra Bucci (ex-Trenitalia), Riccardo Barbieri (Mef) e Silvia Candiani (ceo Microsoft Italia). La nomina più strategica, e politicamente più significativa ai fini della discontinuità, è però quella attesa nelle prossime ore. Scannapieco, infatti, sostituirà Fabrizio Palermo, nominato in quota M5S nel 2018. Come braccio finanziario del Tesoro, Cassa Dd e Pp è uno snodo decisivo per l’utilizzazione dei 200 miliardi del Recovery.

Così Draghi si radica nel sottogoverno

Politicamente parlando, la nomina di Scannapieco è un’altra picconata inferta da Draghi al sistema di potere realizzato da Conte negli anni di Palazzo Chigi. Si aggiunge, infatti, a quelle di Figliuolo al posto di Arcuri (emergenza Covid), di Curcio al posto di Borrelli (Protezione civile) e, appena ieri, Ferraris al posto di Battisti (Ferrovie). Non è poco se si pensa che gli avvicendamenti sono avvenuti in poco più di tre mesi e che ammontano a circa 500 le caselle che il governo dovrà ancora riempire nei prossimi mesi. Se il buongiorno si vede dal mattino, i 5Stelle possono stare tutt’altro che tranquilli. Tra le future nomine ci sono anche quelle che riguardano la Rai, da sempre specchio fedele degli rapporti di forza tra i partiti. Vedremo se anche lì Draghi darà la zampata vincente e, soprattutto, se a leccarsi le ferite saranno ancora Conte e i sempre più smarriti grillini.

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