Ddl Zan, la sentenza di Adinolfi: «È morto. Pd e M5S lo vogliono solo per i loro bisogni elettorali»

1 Mag 2021 18:19 - di Paolo Sturaro
ddl zan

Polemiche su polemiche, una propaganda mediatica a tappeto. I cosiddetti vip che scendono in campo, le trasmissioni zeppe di demagogia. «Io lo dico da mesi, il ddl Zan – con l’attuale quadro politico – è morto. Non c’è alcuna possibilità che venga approvato un provvedimento che fende in due la maggioranza di governo». A dirlo all’Adnkronos è Mario Adinolfi, commentando le polemiche sul relatore della Lega Andrea Ostellari. «È irresponsabile»,  dice il fondatore del Popolo della Famiglia, «da parte del Pd e del Movimento 5 Stelle, per un mero bisogno elettorale ideologico mettere a rischio l’azione del governo Draghi in un momento così determinante per il paese».

«Sul ddl Zan la Lega aprirebbe la crisi»

Adinolfi, contrario dalla prima ora al ddl Zan, spiega meglio il concetto: «È chiaro», scandisce, «e io anche come Popolo della Famiglia me lo aspetto. Se fosse messa alle strette, la Lega sulla questione aprirebbe la crisi, perché è una questione di principio che attiene alla libertà dei cittadini. E su questo tipo di temi si aprono le crisi di governo». Pd e Movimento 5 Stelle, per il giornalista, «stanno cercando in tutti i modi di tirare la corda su un provvedimento contestato persino nel centrosinistra. E persino da esponenti del mondo Lgbt, Arcilesbica, Platinette a molti altri».

Adinolfi: «Interessa a un piccolo segmento della maggioranza»

Il ddl Zan «è un provvedimento che interessa un piccolo segmento della maggioranza di governo. Che rischia di mettere in condizione il governo di non andare avanti nel momento più delicato della storia del paese», puntualizza Adinolfi. Che conclude in modo eloquente. «Questo», afferma, «è un atto politicamente irresponsabile. Ma se ci sarà la forzatura non ho dubbi. I parlamentari di retta coscienza, su una questione di coscienza come fecero sempre i democristiani negli anni Settanta e Ottanta, apriranno la crisi di governo».

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