Ddl Zan, altro che diritti: la grande “mangiatoia” per il mondo Lgbt, finaziamenti milionari in ballo

7 Mag 2021 9:06 - di Gabriele Alberti
Ddl Zan Lgbt

Il bluff è svelato. Altro che diritti, altro che contrasto alla violenza: sul ddl Zan girano denari  e finaziamenti milionari. Per questo la sinistra sta “impazzendo” per approvare la legge a passo di carica. Insomma, la classica “mangiatoia” . La prova del nove di questo assunto è la bocciatura del testo di legge alternativo elaborato in commissione dal centrodestra. Che si incentrava sulle  circostanze aggravanti nei casi di violenza commessa in ragione dell’origine etnica, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, età e disabilità della persona offesa.

Ddl Zan, grande “mangiatoia” per il mondo Lgbt

Giù la maschera: quel che più interessa è il giro di soldi. “Perché il ddl Zan, se venisse approvato, si rivelerebbe una manna per le associazioni Lgbt, le cooperative e i vari maestrini del pensiero specializzati nel sostituire la propaganda all’educazione”. Lo scrive dettagliatamente Borgonovo sulla Verità, incentrandosi sui punti di cui nel talk show e nei tg non vengopno mai considerati.  “Basta leggere gli articoli 7, 8 e 9 del disegno di legge”. Riguardano tutta una serie di iniziative:   istituzione della  Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia: data stabilita, il 17 maggio di ogni anno. In quella data, prescrive il ddl Zan «sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile”. Fondamentale diventeranno le iniziative per le scuole e il loro finanziamento. Ora, domandina facile facile: chi si occuoperà di tutta questa macchina celebrativa?

Ddl Zan: via libera alle attività arcobaleno nelle scuole

“Ovviamente al solito giretto di organizzazioni arcobaleno, circoli e circolini, Onlus e coop”, leggiamo nell’inchiesta de la Verità.   “In questo modo un bel po’ di attivisti avranno di che mantenersi, oltre ovviamente alla possibilità di diffondere la propria visione politica e ideologica nelle scuole”. Insomma, l’indottrinamento sarebbe cosa fatta. Non è tutto. “L’articolo 8 del ddl affida alla ormai celebre Unar – l’ufficio anti discriminazioni razziali della presidenza del Consiglio – il compito di elaborare « con cadenza triennale una strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere». Questa strategia avverrà d’intesa cone le  amministrazioni locali, delle organizzazioni di categoria e delle associazioni impegnate nel contrasto delle discriminazioni. Ecco, dunque, “saranno le amministrazioni locali a finanziare le azioni educative (o, meglio, rieducative) nelle scuole, nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici. Il tutto con il coordinamento dell’Unar, guidata attualmente da Triantafillos Loukarelis, già collaboratore di Vincenzo Spadafora e, non a caso, grande sponsor del ddl Zan”, chiarisce Borgonovo.

Macché diritti: grandi affari

Il nocciolo ddl Zan di cui nessuno parla è proprio questo: tutto il mondo Lgbt potrà fare per legge “formazione” nelle scuole e in altri generi di attività. Le aziende potrebbero chiamare in causa “associazioni come Parks, creata per aiutare le aziende realizzare  strategie e buone pratiche rispettose della diversità. “Il fondatore è Ivan Scalfarotto – leggiamo-  già promotore di disegni di legge sull’omofobia”. Ancora: pochi sanno che Alessandro Zan del Pd, come ha svelato L’Espresso, è «azionista di maggioranza col 52% e amministratore unico di Be proud srl: la società a responsabilità limitata che organizza concerti, spettacoli e dibattiti nei tre mesi del Pride village alla fiera di Padova. Zan ha spesso sostenuto che non vi è alcun ritorno economico. Ma va da sé che per tale attività si possono dare stipendi e compensi. Per non parlare delle iniziative editoriali per le scuole: libri di testo ad hoc, favole modificate in stile gender fluid. Altri denari per “riconvertire” la formazione scolastica ai dettami del ddl Zan.

Ddl Zan: 4 mln per i centri antiviolenza per persone Lgbt

Ecco, dunque, la fretta e la fibrillazione della sinista e del suo mondo per arrivare all’approvazione del ddl senza modifica alcuna e senza confronto. “Se  si trasformasse in norma dello Stato ci sarebbero tante possibilità per gli attivisti arcobaleno. Ultimo ma non ultimo: “sono già stanziati 4 milioni di euro per i «centri antiviolenza» che dovranno accogliere le persone Lgbt maltrattate”. Bene, tirando le somme, vediamo che dietro il paravento dei diritti si agita un “magna magna” ragguardevole.

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