Ciro Grillo e lo stupro, la ragazza mostrò i lividi a un’amica: “Mi disse che sentiva molto dolore”

6 Mag 2021 12:23 - di Adele Sirocchi
Ciro Grillo

Ciro Grillo e l’indagine per stupro: ancora particolari delle testimonianze in base alle quali il giudice dovrà decidere o no per il rinvio a giudizio. Dopo i verbali dell’amica che era con lei quella notte, La Stampa pubblica le dichiarazioni messe a verbale di un’altra amica di Silvia (nome di fantasia per la ragazza che ha denunciato la violenza sessuale di gruppo).

Nelle foto i segni dei lividi sul costato, sulla spalla e sulla coscia

Si tratta di una studentessa molto amica la quale dice di avere visto le foto dei lividi. «Silvia – racconta – dopo la notte in cui venne violentata nella casa di Ciro Grillo mi mandò alcuni selfie scattati davanti a uno specchio. Foto in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia all’altezza del bacino… lei è all’apparenza molto socievole con i ragazzi, ma in realtà fragile e suggestionabile e spesso si fanno un’opinione di lei sbarazzina, ma sbagliata».

L’amica: è una ragazza gentile e educata ma un po’ troppo influenzabile

L’amica racconta altri episodi difficili della sua vita precedenti alla notte in Sardegna. «È una ragazza solare e di buona famiglia – evidenzia Amanda -molto gentile ed educata con tutti, non l’ho mai vista litigare con nessuno. Ma è cresciuta in un ambiente estremamente protettivo che l’ha resa un po’ troppo influenzabile».

L’amica che era con lei nella casa di Grillo non l’avrebbe aiutata

Sono foto molto importanti per gli inquirenti perché smontano la tesi del consenso portata avanti dagli indagati. «Non erano foto della casa – prosegue l’amica – ma di lei. Ho visto i lividi in più parti del corpo e nei commenti mi ha anche aggiunto che aveva molto dolore». L’amica con Silvia commenta anche il comportamento dell’altra amica che era con lei quella notte. «Mi diceva che le aveva raccontato le violenze subite e che voleva andare via. Ma Roberta (altro nome di fantasia) le ha risposto che la cosa non le importava e si è rimessa a dormire (la medesima Roberta, sentita dall’Arma, ha invece detto di aver aiutato Silvia)».

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