Riaperture, Speranza aspetta il «largo impatto» dei vaccini. Meloni: «Programmarle subito» (video)

9 Apr 2021 12:39 - di Eleonora Guerra

Non solo i dati sull’andamento dell’epidemia. A determinare i tempi e i modi delle riaperture sarà anche la campagna vaccinale. Il governo aggiusta ancora una volta la linea sulla ripartenza. «Fino a quando non avremo una tenuta molto larga dell’impatto dei vaccini è chiaro che una parte delle misure restrittive bisognerà immaginare che continuino ad accompagnare questo periodo di transizione», ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza, nel suo intervento al convegno “Riapri Italia. La sfida è oggi”, promosso dal gruppo FdI del Senato.

Speranza rassicura sui vaccini

Speranza ha rassicurato sul fatto che «stiamo superando il collo di bottiglia delle dosi in arrivo» e si è detto «sicuro» che «nelle prossime settimane» ci sarà «una accelerazione sui vaccini». Intanto, però, l’Italia registra i danni dei ritardi accumulati finora, tra livello nazionale ed europeo.

Meloni: «Sono stati il più grande fallimento dell’Ue»

«Sui vaccini stiamo subendo le conseguenze del più grande fallimento dell’Unione europea dalla sua nascita», ha sottolineato Giorgia Meloni, sempre nel corso di “Riapri Italia”. La leader di FdI ha ricordato che «abbiamo sostenuto anche noi il piano di acquisti comune della Commissione europea. Ma la situazione è drammaticamente sotto gli occhi di tutti. Ritardi nelle autorizzazioni, contratti scritti male e che non si riesce a far rispettare, commissari che si rimpallano le responsabilità l’uno sull’altro».

Le responsabilità del governo: «Persi mesi preziosi»

Alle responsabilità europee si aggiungono poi «quelle, altrettanto gravi, del governo italiano», ha ricordato Meloni, per la quale «la rimozione di Arcuri è il minimo che il governo Draghi potesse fare». Intanto, però, «continuiamo a pagare lo scotto di aver perso mesi preziosi. Siamo stati favorevoli alla produzione di vaccini in Italia, un tema che altre nazioni si sono poste fin da subito, all’indomani dello scoppio della pandemia e che noi invece abbiamo ignorato, nonostante l’Italia in campo farmaceutico rappresenti da sempre un’eccellenza assoluta». «Probabilmente – ha sottolineato Meloni – se ci fossimo mossi per tempo, saremmo già in grado di produrre vaccini anche qui».

Dopo un anno, «siamo ancora al punto di partenza»

«A più di un anno dall’inizio della pandemia siamo al punto di partenza e la strategia è sempre la stessa. Si continua con le chiusure generalizzate delle attività produttive; andiamo avanti con i lockdown e la limitazione delle libertà fondamentali; non si interviene sui reali focolai di contagio come il trasporto pubblico; non si investe abbastanza sulle cure domiciliari e sulle terapie precoci, la chiave di volta per abbattere la pressione sulle nostre strutture sanitarie», ha poi scritto Meloni sulla sua pagina Facebook, sintetizzando il contenuto del suo intervento a “Riapri Italia”.

Meloni: «Ora serve programmare la riapertura»

«Siamo rimasti troppo spesso inascoltati. Ma ora serve programmare la riapertura perché non possiamo immaginare che il lockdown e le chiusure siano la nostra normalità», ha quindi avvertito la leader di FdI, portando l’esempio del certificato verde digitale. «Ci auguriamo – ha ribadito – che venga adottato il prima possibile, in un orizzonte di totale reciprocità con tutti gli altri Stati europei. È una priorità. Ed è fondamentale per ripristinare la libertà di circolazione e far ripartire soprattutto il turismo».

La riforma del Ssn «non è più rinviabile»

Infine, un passaggio sulla riforma del Servizio sanitario nazionale, che «non è più rinviabile». «Dovrà avere al centro – ha detto Meloni – la valorizzazione della medicina del territorio che abbiamo visto essere decisiva anche e soprattutto in questa emergenza».

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