Nemesi “Celeste”, Formigoni ripesca il vitalizio grazie alla legge sul Reddito di cittadinanza

15 Apr 2021 16:51 - di Michele Pezza
vitalizio

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso“. Un proverbio che giriamo volentieri (non senza perfidia) ai 5Stelle in gramaglie per l’avvenuta restituzione del vitalizio a Roberto Formigoni. Già, perché a far pendere verso il Celeste la decisione della commissione Contenziosa del Senato non è stata la ria sorte bensì una legge molto recente, addirittura del 2019. Quale? Esattamente la stessa che ha introdotto in Italia il Reddito di cittadinanza, il più blasonato (capirai!) tra gli argomenti grillini. Fa perciò un certo effetto (ri)sentire la Paolo Taverna gridare «vergogna» all’indirizzo di un organismo del Senato di cui, per altro, lei stessa è vicepresidente. Neanche immagina, evidentemente, che quel grido è destinato a rimbalzarle addosso come un boomerang.

Il vitalizio è equiparato alla pensione

È esattamente così che stanno le cose. Per capirlo dobbiamo fare un viaggio a ritroso. E tornare al 193o (VIII E.F.), anno in cui, il novellato Codice penale aveva stabilito che l’interdizione dai pubblici uffici fosse seguita dal blocco dello stipendio e della pensione purché, s’intende, «a carico dello Stato». Nel 1966 la Corte Costituzionale dichiarò illegittima la disposizione «limitatamente alla parte in cui i diritti in esso previsti traggono titolo da un rapporto di lavoro». Una pronuncia che faceva salva, appunto, proprio la pensione (cui è ora equiparato il vitalizio), la cui erogazione trovava fondamento nei contributi versati dal lavoratore. Un anno dopo si adeguava anche il Parlamento, disponendo che chi avesse maturato diritto ad una pensione non potesse perderlo neanche a seguito di una condanna.

Formigoni “graziato” dalla legge grillina

Da quel dì tutto è filato via liscio come olio. Fino al 2019, anno del varo del Reddito di cittadinanza. All’articolo 18 della legge di conversione del relativo decreto, un elenco fissa infatti tassativamente i casi in cui è possibile sospendere l’erogazione di una pensione di vecchiaia. Eccoli: l’aver riportato condanna definitiva per reati di mafia e/o terrorismo; l’essersi sottratto all’esecuzione della pena. Formigoni non rientra in nessuno di essi. Il vitalizio glielo aveva sospeso una delibera dell’Ufficio di Presidenza del Senato, che ora la decisione della commissione Contenziosa ha reso carta straccia. E proprio grazie alla preziosa collaborazione della più grillina delle leggi. La Nemesi, come la reazione, è sempre in agguato.

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