M5S, la patata bollente del doppio mandata. I big sperano in Conte per salvare la poltrona

1 Apr 2021 13:56 - di Valerio Falerni
Conte

La «svolta Mite», la chiama Beppe Grillo. Un modo per sottolineare il varo del ministero per l’Innovazione la Transizione Ecologica, solo grazie al quale – lascia intendere – ha risposto signorsì all’appello di Draghi. In realtà, la «svolta mite (minuscolo)» è quella che frulla nella testa di Giuseppe Conte a poche ore dall’incontro con centinaia tra parlamentari, nazionali ed euro, e consiglieri regionali. Un esercito di eletti ansioso soprattutto di conoscere il proprio destino, dopo che l’Elevato ha sbarrato la strada ad ogni ipotesi di terzo mandato. Una patata più che bollente che ora rischia di scottare proprio le mani a Conte nel suo debutto da leader.

Conte incontrerà gli eletti

Asseconderà Grillo nei suoi propositi ammazza-big oppure offrirà una via d’uscita a suon di deroghe ai vari caporioni pentastellati? In fondo è quel che spera l’intera prima fila, da Di Maio a Fico passando per la Taverna e Bonafede, tra i più noti tra quanti rischiano di finire in off-side. E non a caso, dal momento che loro Conte lo conoscono meglio di tutti. Soprattutto ne ricordano il «salvo intese» che ne ha costellato l’attività da premier. Una visione, più che un espediente simil-andreottiano per tirare a campare. È il motivo per cui il Foglio si dice sicuro che Giuseppi sopirà e troncherà sull’esempio del manzoniano Conte-zio. Le previsioni del giornale di Cerasa prevedono deroghe a pioggia a mo’ di ristori della prima ondata pandemica. Con la differenza che stavolta pioverà sul bagnato, cioè sui big.

La “svolta mite” dell’Avvocato del Popolo

E “svolta mite” sarà anche nel rapporto con la Casaleggio & Associati su Rousseau, laddove le questioni di cassa s’incrociano pericolosamente con le regole del futuro MoVimento. I dissapori si stanno incancrenendo in contenzioso, roba da avvocati più che da leader. Ma nessuna paura: Conte è l’uno e l’altro, e sfoggerà il suo ma-anchismo anche nei confronti di quel Casaleggio Jr. arroccato nella serrata della piattaforma fino a quando i grillini morosi non scuciranno arretrati per 500mila euro. No money, no database. E quindi niente voto per cambiare le regole. E senza nuove regole, resta il divieto di terza candidatura. Ci vorrebbe un decisionista. Invece c’è solo un Conte(zio).

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