Direttore o direttora? Venezi: “La Boldrini ha usato le mie parole per riemergere dalle ceneri”
“Sono anni che dico che voglio essere chiamata direttore d’orchestra. Tanto rumore per nulla. E comunque non l’ho certo fatto per scaldare gli animi”. Torna sulla questione che tanto ha fatto discutere Beatrice Venezi. Lo fa in una lunga intervista al Primato nazionale. Pianista, compositore e, soprattutto, direttore d’orchestra – qualifica rivendicata dal palco di Sanremo – mai si sarebbe aspettata tante e tali reazioni alle sua parole. E sistema per le feste chi l’ha criticata.
Venezi: “Le femministe democratiche che democratiche non sono”
“Ho notato tante reazioni diverse in base agli interlocutori”. Prima stilettata durissima: “Sulle affermazioni delle femministe democratiche, che democratiche evidentemente non sono, ci ho riso sopra. Mi spiace dire che hanno replicato modelli maschili per screditare un’altra donna: forse sono loro a essere portatrici di un patriarcato introiettato”.
“Le colleghe mi criticano e poi dirigono i concerti in frac…”
Poi ride delle contraddizioni: “Ci sono state alcune reazioni di colleghe che mi hanno criticata, dicendo che così si fa un salto indietro di 50 anni: peccato che chi lo ha detto si faccia a sua volta chiamare direttore d’orchestra; o diriga i concerti in frac e nessuna di loro ha mai intrapreso battaglie per cambiare il nostro mondo. Ho trovato patetiche queste considerazioni”.
Venezi: “La Boldrini ha approfittato delle mie parole”
Entrando nel merito delle reazioni politiche , si sa che la prima a “dispiacersi” e a criticare le parole della Venezi è stata Laura Boldrini. Peccato che qui valga una doppia morale, fa notare Venezi: “Detto che il presidente del Senato Casellati chiede di essere chiamata presidente”- ricorda – “esiste una doppia morale sulla base della convenienza e della superficialità. Si è sostenuto che ho detto quelle cose per sollevare un polverone: semmai è qualcun altro che si è approfittato di quelle parole per riemergere dalle ceneri. Come la Boldrini”.
“Mi preoccupa l’aspetto democratico”
“È l’aspetto democratico che mi preoccupa – aggiunge – mi paiono tutti democratici solo quando si pensa uguale. Beatrice può sentirsi gender, secondo una certa parte politica, ma non può chiamarsi direttore di orchestra: siamo nel pieno del paradosso: il politicamente corretto sta assassinando ogni posizione diversa, lo trovo inquietante”. “Di questo passo – conclude – faranno cancellare o cadere nell’oblio buona parte delle opere, così come è stato per il film Via con il vento. Un rischio, è vero, che corrono anche le opere di Puccini, così come L’amico Fritz di Mascagni, di cui mi sto occupando”.