Annalisa Minetti esce dal buio: «Cambia la mia vita. Con speciali telecamere riconoscerò i volti»

21 Apr 2021 9:16 - di Mia Fenice
Annalisa Minetti

Tornare a vedere” le cose. È quello che accadrà ad Annalisa Minetti grazie a una speciale tecnologia. L‘ex Miss Italia nonché cantante e atleta paralimpica lo ha raccontato al settimanale Grand Hotel. «Si tratta di speciali telecamerine poste sulle stecche degli occhiali», spiega. «Seguendo la direzione del tuo naso, le telecamere capiscono quello che stai guardando e te lo descrivono all’orecchio tramite un auricolare».

Non ci sarà una vera guarigione dalla retinite pigmentosa che da anni le ha tolto la possibilità di vedere lasciandola solo con ombre e sagome. Ma questo ausilio sarà uno strumento importante.

«In questo sistema si può inserire un registro dei volti dei tuoi familiari e dei tuoi amici associandoli al loro nome – spiega nell’intervista al settimanale –. Così, quando per esempio mia figlia mi viene incontro, la vocina mi avvisa: “Elena si sta avvicinando”. Sai che vuol dire? Ti cambia davvero la vita!».

Annalisa Minetti, come si chiama il dispositivo

Annalisa Minetti poi in un’altra intervista al Corriere entra più nel dettaglio e spiega come funziona il meccanismo. «Non significa che potrò vedere di nuovo. Però presto potrò utilizzare un dispositivo che si chiama Orcam MyEye Pro e che si applica sulla stanghetta degli occhiali, processa le immagini e in cinque secondi manda le informazioni all’auricolare bluetooth. Legge etichette, cartelli, riconosce i visi delle persone registrate in memoria».

Annalisa Minetti: «L’importanza della fede»

Al Corriere la cantante e atleta svela inoltre come sia riuscita ad affrontare la malattia grazie alla fede. «Per me è fondamentale. Quando hai 18 anni e ti dicono che stai per diventare cieca, tu poi ti lamenti con tuo padre e gli chiedi “perché a me?” e lui controbatte “perché non a te?” e ti mette un rosario in mano… Beh, qualcosa cambia. Ricordo che mi disse: “Fai una domanda adesso e la risposta arriverà”». Qual è stata? «Responsabilità. Verso di me e verso gli altri».

«Mi sono imposta di non vivere da non vedente»

Sempre al Corriere  ha raccontato, infatti, di aver smesso di vedere «a 21 anni. Le ombre le ho perse a 36. Ma mi sono imposta di non vivere da non vedente: noi siamo “persone”. Mi piace immaginare i volti degli altri: dire che uno ha gli occhi azzurri è facile, ci arrivo anch’io; ma quante sono le sfumature?».

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