Vissani: «Noi ristoratori con il c*** per terra, anzi sulla brace. E anche Draghi non lo capisce»
Siamo abituati da un anno alla rabbia dello chef Gianfranco Vissani che in tv e in ogni dove si spende a nome della sua categoria, i ristoratori, che sono ormai alla canna del gas. I ristori o sostegni che di si voglia sono una barzelletta, lo dice senza perifrasi: “Noi ristoratori siamo con il culo per terra, anzi sulla brace!”. “Scriverò una lettera aperta di protesta al presidente Draghi“, è la sua intenzione.
Non usa davvero mezzi termini lo chef, commentando all’Adnkronos le nuove ipotesi di restrizioni per i ristoranti, anche a pranzo nei weekend. E’ furibondo. Lo era prima con il governo Conte, lo è ancor più oggi. “Capisco che contrastare il contagio del Covid è la preoccupazione principale; ma noi siamo di fatto chiusi da cinque, sei mesi e non arrivano neanche gli aiuti. Perché non li daranno a chi ha debiti o pendenze fiscali e passeranno all’Agenzia delle Entrate – spiega Vissani -. Ecco come funziona lo Stato italiano! E neanche si può fare causa allo Stato… Si devono vergognare“.
Vissani incredulo: “Possibile che anche Draghi…”
E’ accanimento contro i ristoratori. Si chiede Vissani, incredulo: “Possibile che anche una persona straordinaria come Draghi pensi di chiudere pure a mezzogiorno i ristoranti? Che sono il luogo più scuro che possa esserci in Italia? Sono veramente desolato, ci troviamo in una situazione pietosa. Cche riguarda i grandi chef come i piccoli ristoratori, i ristoranti a conduzione familiare: come si fa a non capirlo? Per quanto tempo possiamo ancora andare avanti? – sono le sue domande inevase – Il rischio è di rimanere tutti con le mani in mano e il culo per terra, anzi con il culo sulla brace…”, ripete furibondo alla sola idea che con nuove restrizioni possa andare ancora peggio.