Trento, altre due consigliere passano con FdI. Il segretario della Lega dà fuori di testa: «Tr…e»
Il passaggio di due consigliere provinciali di Trento dalla Lega a FdI ha mostrato tutto il nervosismo che percorre il Carroccio locale in queste settimane. Il presidente della Lega Trentino, Alessandro Savoi, infatti, con un post su Facebook ha dato delle «troie» alle due ex colleghe di partito Alessia Ambrosi e Katia Rossato. Un gravissimo scivolone che conferma tutte le difficoltà del partito, che aveva già perso il consigliere Claudio Cia e in queste ore ha perso anche il consigliere comunale Daniele Dematté, anche loro entrati in FdI. Addii a livello locale dettati dalla scelta nazionale di «governare con Pd e grillini», come spiegato da Ambrosi e Rossato.
Nella Lega di Trento nervosismo per i passaggi a FdI
Savoi, che oggi sembra non essere più rintracciabile sui social, prima ha bollato i fuoriusciti come «torobetti», «burattini» in dialetto, parlando di «gente infame» e «traditori». Poi, non contento, ha rincarato la dose con un altro post sul fatto che «nella vita, come nella politica, i leoni restano leoni, i cani restano cani e le troie restano troie».
Rauti: «Offese sessiste indegne»
Pur non citando direttamente le consigliere, a nessuno è sfuggito a chi si riferisse quel messaggio. E, infatti, le parole del segretario leghista sono state accolte con uno sconcerto e una solidarietà trasversali inevitabili. Di parole «violente e gravissime», ha parlato la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti. Si tratta di «offese sessiste indegne, che non hanno alcuna giustificazione. E che sono ancora più inammissibili perché giungono da un esponente politico che, come tale, dovrebbe essere modello ed esempio. E questo ancor di più alla luce della gravissima emergenza delle violenze sulle donne, che si nutrono anche di linguaggi d’odio e di atteggiamenti di intolleranza». «Mi attendo che le donne, di qualsiasi colore e partito, non restino in silenzio, ma facciano sentire la propria voce, esprimendo non soltanto solidarietà alle vittime dell’attacco, ma anche – ha concluso Rauti – censurando severamente queste gravissime parole».
Solidarietà trasversale alle consigliere insultate
Di «atteggiamento indegno», che sul quale devono intervenire «i vertici della Lega», ha parlato poi la senatrice del Pd Valeria Valente. È stato, poi, Il Dolomiti, a dare conto delle solidarietà a livello locale, sottolineando però il «silenzio assordante» della Lega. «Solidarietà a Katia Rossato e ad Alessia Ambrosi», è stata espressa dal sindaco di centrosinistra di Trento Franco Ianeselli. «Alle colleghe consigliere cui allude senza il coraggio di citarle, il presidente del partito con cui sono state elette, va la mia piena e personale solidarietà», ha fatto sapere poi la consigliera provinciale del Pd Sara Ferrari. «Linguaggio insopportabile da Savoi. Solidarietà alle consigliere insultate», è stato poi il commento dell’esponente di Europa Verde Lucia Coppola.
«Non è stata una notta facile»
«Ringrazio gli esponenti politici di tutti gli schieramenti che hanno inteso riservarmi parole di solidarietà, siano essi di sinistra, di destra, non importa», ha scritto Alessia Ambrosi sulla sua pagina Facebook. «Non è stata una notte facile, dopo le offese subite ieri sera», ha rivelato. «I valori di civiltà, di educazione, di rispetto – ha proseguito la consigliera – sono condizioni pre-politiche (ringrazio anche chi ha ritenuto di non farlo: perché è da questi atteggiamenti che si rivela la qualità e il livello umano e morale di chi fa politica)». Ambrosi comunque si è detta sicura che Savoi «si scuserà con noi. C’è un rapporto pregresso, siamo sempre dello stesso campo di centrodestra, mi aspetto che lo faccia a breve».
Ambrosi spiega perché ha scelto FdI
«Certo – ha aggiunto parlando con l’Adnkronos – quella che si dà della politica è una brutta immagine. Queste cose no devono accadere». La consigliera quindi ha rivendicato la sua scelta di andare con Giorgia Meloni: «Non potevo accettare, come donna di destra e liberale, di andare contro le mie battaglie. Il tema della sicurezza, ad esempio, e poi la scelta della Lega di andare con il governo Draghi – ha concluso Ambrosi – ha fatto il resto».
Dopo le polemiche ad Alessandro Savoi non è restato altro passo che dare le dimissioni, con annesse scuse. “Nel rassegnare le dimissioni – ha detto Savoi – mi assumo la responsabilità delle mie parole – che sono il primo a riconoscere frutto di un grave errore – e formulo le mie scuse a quante si sono da esse sentite offese nella loro dignità personale, prima che politica e istituzionale”, conclude il leghista.