Tofalo e l’alloggio di Stato, la grillina Trenta lo comprende e lo difende: un complotto contro di noi…
L’ex ministra Elisabetta Trenta difende Angelo Tofalo. Il deputato M5S, commenta un articolo pubblicato oggi sul ‘Corriere della Sera‘ secondo il quale il grillino non avrebbe ancora liberato l’alloggio nel palazzo dell’Aeronautica, a Roma, ottenuto quando era sottosegretario alla Difesa. O meglio non commenta. Perché si limita ad annunciare che replicherà domani via Facebook. “Domani darò la mia versione dei fatti, in un video sulla mia pagina Facebook, dove commenterò questo articolo delirante. Per oggi dico solo questo”.
Tofalo, il vizietto di non mollare i privilegi
Quello di non mollare i privilegi della ‘casta’ sembra essere un vizietto collaudato tra i grillini. Con buona pace del rigore, dell’onestà e di tutte le altre virtù sbandierate quando volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Simile il caso dell’ex ministra della Difesa, la grillina Elisabetta Trenta. Che si tenne l’alloggio di servizio che non le spettava più con la motivazione che il marito è un militare.
Elisabetta Trenta difende Tofalo
E proprio Elisabetta Trenta ora insorge in difesa del collega di partito Tofalo. “Il mio caso e quello di Tofalo – dice all’AdnKronos – si somigliano molto per esser basati sul nulla. All’ex sottosegretario alla Difesa hanno detto di lasciare l’alloggio entro 30 giorni, ed è passato ora un mese. Non capisco davvero come un giornale nazionale così importante ritenga di dover dare questa notizia che, quantomeno, è assai prematura”.
Trenta: ci attaccano perché siamo del M5S
“Bisogna sempre chiedersi il perché delle cose – ha aggiunto la Trenta – e prima o poi lo scopriremo. Sarà forse perché siamo dei 5 stelle? Così come lo era Morra e che ora è stato ricoperto dal fango? Qual è lo scopo di tutto ciò? Mi rattrista molto come cittadina e sono sicura che Tofalo si difenderà da ogni attacco”. Trenta dimentica di dire che fu proprio il M5S, e con grande imbarazzo, a prendere le distanze dal suo caso. E che ancora più imbarazzante fu la notizia che anche il cagnolino di famiglia, Pippo, usufruiva dell’auto blu per essere condotto dalla padrona al ministero. Altro che complotto, dunque. Si tratta di privilegi. Proprio quelli che i Cinquestelle volevano abbattere.