Spionaggio, ecco chi è Walter Biot, lavorava al III Reparto Stato Maggiore Difesa. I soldi in una scatola

31 Mar 2021 17:25 - di Paolo Lami
WALTER BIOT SPIONAGGIO

E’ Walter Biot, in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa, l’ufficiale della Marina arrestato per spionaggio ieri sera dai Carabinieri del Ros insieme ad un ufficiale delle forze armate russe.

Biot è effettivo al III Reparto dello Stato Maggiore della Difesa, l’ente incaricato tra le altre cose di gestire le relazioni internazionali sulla base delle attribuzioni conferite al Capo di Stato Maggiore nel contesto del quadro normativo di riferimento.

Tra le delicate mansioni svolte nel reparto in cui lavorava Biot – che negli scorsi anni aveva lavorato fra l’altro nello staff dell’Ufficio Relazioni Esterne dello Stato Maggiore Difesa – anche il coordinamento in ambito Stato Maggiore e per gli aspetti di competenza dei rapporti con organi esterni all’Amministrazione Difesa (compresa quindi la gestione di dossier classificati che riguardano comandi alleati, Nato e le ambasciate straniere) per armonizzare in un’unica visione politico-militare le esigenze e i programmi della Difesa.

Il capitano di fregata è ora stato trasferito in carcere ed è accusato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico-militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione.

L’udienza di convalida per Walter Biot si terrà domani in collegamento da remoto dal carcere di Regina Coeli dove è detenuto.

La Procura militare di Roma aprirà ora un fascicolo in relazione alla vicenda di spionaggio che ha portato all’arresto dell’ufficiale dello Stato Maggiore Difesa.

Walter Biot fotografava documenti militari classificati dal monitor del computer. E, poi, li scaricava in una ‘pendrive’ che consegnava all’ufficiale delle forze armate russe. La sim dati, che è stata sequestrata, verrà ora analizzata dagli investigatori. I 5mila euro ricevuti in cambio dello spionaggio dall’ufficiale russo erano all’interno di scatole.

Da una prima analisi, tuttavia, i documenti riservati che sarebbero stati venduti alla Russia dall’ufficiale infedele non rivestirebbero, secondo fonti dell’Amministrazione Usa,  “un’importanza di particolare rilievo” per la sicurezza italiana e della Nato, anche se confermano l”attivismo’ di Mosca nei confronti dell’Alleanza atlantica.

Da parte Usa c’è comunque “piena fiducia” nelle capacità italiane di fare fronte a queste minacce, come dimostra l’esito dell’operazione di controspionaggio di Roma.

L’operazione del Ros dei Carabinieri che ha portato all’arresto ieri sera di Walter Biot, fermato insieme ad un ufficiale delle forze armate russe, è stata, comunque, accolta con “preoccupazione” dagli ambienti dell’Amministrazione Usa.

Fonti di Washington riferiscono all’Adnkronos che le continue attività russe nei Paesi Nato rappresentano sicuramente “un problema” per la sicurezza nazionale dei Paesi coinvolti e dell’Alleanza atlantica.

La vicenda ha portato ad una serie di misure attuate dell’Italia nei confronti della Russia: l’ambasciatore russo è stato convocato alla Farnesina e sono stati espulsi due diplomatici russi.

L’espulsione viene giudicata, dal ministero degli Esteri russo, come “non conforme al livello delle relazioni bilaterali“. E, per questo, Mosca esprime “rammarico”, scrive il sito del canale Tv della difesa Zvezda.

“Stiamo chiarendo le circostanze di questa decisione”, ha precisato il ministero degli Esteri, anticipando che saranno annunciate in seguito le possibili misure di ritorsione.

“Non abbiamo al momento alcuna informazione sulle ragioni o le circostanze del fermo” del dipendente dell’ambasciata russa in Italia. Tuttavia, in qualsiasi caso, auspichiamo che proseguiranno e saranno mantenute le relazioni bilaterali con l’Italia molto positive e costruttive”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Anche l’ambasciata russa in Italia ha espresso rammarico per l’iniziativa italiana che definisce i due diplomatici “persone non grate”. E ora si cerca di capire da quanto tempo andasse avanti la faccenda.

Da questo punto di vista, l’ex-Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ipotizza con l’Adnkronos, che il rapporto fra Walter Biot e l’ufficiale russo fosse solo agli inizi.

“E’ interessante il fatto che le cifre siano molto modeste – osserva l’ammiraglio italiano. – Fa pensare che quella condotta dall’ufficiale russo fosse una operazione di reclutamento ancora in corso: si chiedono documenti di bassa classifica di sicurezza, che sembrano quasi innocui alla persona cui vengono chiesti, in cambio di cifre molto modeste ma che sembrano appaganti per lo sforzo richiesto. Una volta che uno accetta di prendere anche piccole cifre diventa ricattabile e fidelizzato in maniera coatta. Escluderei le motivazioni ideologiche, in questo caso, dietro alla consegna dei documenti all‘ufficiale delle Forze Armate Russe“.

E, intanto, nel corso della Conferenza dei capigruppo alla Camera, Fratelli d’Italia ha chiesto nuovamente che il presidente del Consiglio Draghi si presenti in Aula a riferire sul caso di spionaggio.

Commenti

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  • Mauro collavini 1 Aprile 2021

    Uno che rischia il lavoro, lo stipendio sicuro ed il prestigio altrui per 5.000,00 euro è un cretino patentato oppure non é come la la raccontano.

  • Giuseppe Forconi 1 Aprile 2021

    Povera Italia, sempre bastonata.
    Mai un attimo di respiro, possibile che abbiamo tutti questi traditori in casa ? Gira e rigira tutti e sempre comunisti.
    Apparentemente esserlo e molto remunerativo.