Salviamo l’eredità di Roma e Atene. L’appello degli storici francesi contro l’America “becchina”

22 Mar 2021 20:50 - di Adele Sirocchi
Atene Roma

L’America “becchina” vuole cancellare la cultura classica. E’ l’aspetto più inquietante della cancel culture, che mira a bandire dai programmi di studio tutto ciò che è in odore di “suprematismo bianco“.

Non cancellare Atene e Roma, l’appello degli storici francesi

In Francia gli storici lanciano l’allarme. “Lo studio dell’antichità è dannoso. È quello che dicono oggi i professori di storia antica di alcune università americane. Un movimento che è partito da Stanford sta mettendo in discussione l’esistenza di queste discipline (i ‘classici’) nei campus, sulla base del fatto che impongono un ‘suprematismo bianco di ispirazione neocoloniale’”.  Si apre così l’appello su Le Figaro di alcuni fra i maggiori storici francesi, come Rémi Brague e Jean-Marie Salamito della Sorbona. Attaccano chi, “per odio di sé, o per volontà mortale di autodistruzione, convenienza politica o per paura”, oggi abbatte i Classici. Ne dà notizia Giulio Meotti nella sua newsletter.

Possiamo permettere che Virgilio, Augusto, Pericle siano condannati perché bianchi?

“Gli autori greci e latini, schiavisti e ostili ai barbari, erano razzisti, conservatori, guerrieri, imperialisti e misogini?”, si domandano gli storici. “Se cancelliamo Atene e Roma è la Ragione che è ostracizzata (il logos greco) e la Legge che è bandita (i Codici romani). Virgilio racconta nell’Eneide come Enea fuggì dall’incendio di Troia, portando il suo vecchio padre sulle spalle. Come non pensare a Emil Cioran quando ha scritto che ‘una società malata ama il virus che la divora’. Possiamo permettere che Virgilio venga cancellato perché Roma era schiavista o San Paolo su una parziale imputazione di misoginia? Possiamo dimenticare l’Eneide, che canta dell’amore, della pietà, della giustizia, perché Augusto era biondo e Pericle aveva la pelle bianca? Per inciso, il poeta Terenzio, che era uno schiavo, nacque a Cartagine, così come il primo autore cristiano di lingua latina, Tertulliano. L’imperatore Settimio Severo, originario di Lepcis Magna a Tripoli, aveva la pelle scura. L’imperatore Filippo era un arabo. Lo stesso Agostino era di Thagaste, una città dell’attuale Algeria”.  Concludono gli storici: “È la vecchia Europa, figlia dell’antichità, quella che cercano i paranoici becchini americani? È il cristianesimo? È questa cultura a cui non sono estranei?”.

In America i becchini dell’antichità classica

Eppure in America il filone dei “becchini” dell’antichità classica è in espansione. Un virus che mina alle fondamenta quella civiltà europea di cui anche l’America è figlia ed erede. Dan-el Padilla Peralta, professore di storia romana a Princeton, è uno dei rappresentanti di questa corrente di pensiero.  A suo avviso i classici non meritano di avere un futuro perché, sostiene lui, nascono per perpetuare il dominio razziale bianco. Studiare la civiltà antica come se fosse un modello ha sostenuto l’invenzione della «bianchezza» e ha funzionato da lasciapassare morale per il colonialismo e la sopraffazione delle altre popolazioni. Farneticazioni che per il momento albergano negli Usa, ma quanto tempo ci vorrà perché arrivino anche da noi?

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