Feltri: “Non sanno vaccinarci e ci trattano come bambini. Draghi e Conte due carcerieri”
Sferzante, come di consueto, Vittorio Feltri. Che non le manda a dire al professor Draghi. Scettico fin dall’esordio del governissimo di presunta ‘unità nazionale’ il direttore di Libero affida a Twitter le sue amare riflessioni sulle nuove restrizioni che fanno ripiombare l’Italia nel confinamento di un anno fa.
Feltri: ci trattano come bambini dell’asilo
“Siccome non sono capaci di comprare vaccini e di iniettarceli ci trattano come bambini dell’asilo e ci tengono segregati nel girello”. È il primo cinguettìo di Feltri. Poco dopo un nuovo attacco. Che mette alla berlina il ‘fantomatico’ nuovo passo del premier. Sul quale la grande stampa ha ricamato per giorni e giorni. “Vi prego amici di aiutarmi a capire che differenza c’è nella sostanza tra Conte e Draghi. Entrambi sono agenti carcerari“.
“Invece di fermare il virus, Draghi ferma l’Italia”
Alla vigilia del temuto decreto sulle zone rosse dalle colonne del suo giornale era stato esplicito. “Aspettiamo l’ennesima condanna alla solita pena detentiva basata su un concetto grossolano. Diciamo pure poco intelligente, massì, scemo. Siccome aumentano i morti di Covid, il governo automaticamente, sull’onda del reiterato esempio di Conte, ferma l’Italia”. Morale: invece di fermare il virus, ferma gli italiani.
“Se questa è la soluzione, io sono Einaudi”
“Se questa è una soluzione , io sono Einaudi. Tra l’altro proprio oggi pubblichiamo uno studio da cui si evince che paralizzare i cittadini e le loro attività professionali non serve a nulla. Se andiamo avanti con questi metodi arriveremo a un punto drammatico. O moriremo di Corona oppure di fame. Giacché chi non lavora non mangia e a forza di tirare la cinghia tirerà anche le cuoia”.
Il governo se ne infischia di acquistare i vaccini
Alle inutili chiusure si aggiunge il flop drammatico della campagna vaccinale. Altro che immunità di gregge. “Il problema è noto”, scrive Feltri senza tanti giri di parole. “O ti vaccini o campi provvisoriamente col terrore di ammalarti. Ma questo dato incontestabile non turba il governo. Il quale se ne infischia di provvedere ad acquistare dosi sul libero mercato. Alcune regioni si sono date una svegliata e qualcosa di buono stanno combinando, facendo iniezioni a tutto spiano. Altre, non so perché, promettono di fare miracoli e in realtà fanno schifo”. La Lombardia non è da meno.
“Mia moglie aspetta un cenno da oltre 20 giorni”
Lo dico per esperienza personale – aggiunge il direttore di Libero – mia moglie aspetta da oltre venti giorni un cenno. Ma nessuno le fornisce una informazione. Siamo a livello del Congo. Una certa fretta si riscontra solo se si tratta di paralizzare le città. Impedendo alla popolazione di circolare. E ora l’esecutivo si accinge ancora una volta a violare la Costituzione. “Noi non vogliamo puntare la pistola alla tempia di Draghi. Perché non disponiamo di armi da fuoc0. Ma non riscontriamo un cambiamento di musica a Palazzo Chigi. È sempre il consueto requiem.