Enigma Benno: voleva fuggire in India, ma si consegna. I dubbi su di lui che depista e confessa

11 Mar 2021 21:11 - di Filomena Auer
Enigma Benno voleva fuggire in India

Enigma Benno: voleva fuggire in India, ma s’è consegnato. I dubbi su di lui, dai depistaggi alla confessione. Nell’inchiesta che procede dopo la svolta dell’ammissione del duplice delitto, Benno Neumair resta comunque un mistero. O almeno si rivela tale per le bugie e i depistaggi poi sfociati nella piena confessione con cui ha ammesso l’omicidio dei suoi genitori. Benno, il ragazzo dal viso pulito e dai muscoli scolpiti, dietro cui si cela la maschera dell’assassino su cui pende l’ombra del dubbio. Un assassino a sangue freddo che ha calcolato e premeditato tutto? O il ragazzo vittima di un grave disturbo dell’identità e preda di crisi psicotiche improvvise? ora spetterà ai magistrati mettere insieme i tasselli di un mosaico che, comunque lo si guardi, rimanda a scenari di morte e di risentimento feroce.

Enigma Benno, 20 giorni dopo l’omicidio voleva fuggire in India

A quale Benno si deve credere? A quello che, con garbo e disponibilità, dice di voler collaborare con gli inquirenti? O al ragazzo che, sin dal primo istante ha agito per depistare investigatori e cani molecolari con messinscena studiate e movimenti mai lasciati al caso? Insomma, il Benno assassino è quello che ha agito sull’impeto e in preda a una crisi psicotica? O a quello che, alla notizia del rinvenimento del corpo della madre nell’Adige scoppia in un pianto disperato, abbandonandosi al crollo? certo la perizia psichiatrica in calendario potrà chiarire molte cose. Molte altre, ormai è certo, resteranno chiuse a doppia mandata nella mente di un ragazzo fragile e disturbato. Forse alterato dai farmaci che si auto-prescriveva. Sicuramente vessato dall’incapacità di ritenersi all’altezza delle aspettative che la famiglia riponeva in lui.

Chi è Benno: un assassino lucido o un ragazzo fragile vittima di disagio mentale?

Ad ogni rigo che leggiamo. Puntualmente dopo l’ultima indiscrezione che spunta dagli atti dell’inchiesta. Dopo l’ennesimo servizio in tv, l’immagine che di Benno ci arriva sfuma i contorni della sua figura e si perde nei buio di un duplice delitto, efferato comunque: sia che sia stato pianificato, che non. Con una sola certezza: Benno Neumair è attualmente detenuto sulla base di tutte e tre le esigenze cautelari: pericolo di reiterazione del reato, di inquinamento delle prove e di fuga. Già, la fuga, un altro fattore che, dopo la lettera intrisa di dolore, rabbia e sospetti, scritta dalla sorella Madé e affidata alle sapienti mani dei suoi legali. Dopo la desecretazione di parte degli atti. Che ha svincolato dal segreto istruttorio la notizia della confessione resa dall’unico imputato di questa tragica vicenda. Fa capolino nel marasma di informazioni e aggiornamenti l’ultima indiscrezione.

Quella rivelazione sulla fuga in India che non torna con il consegnarsi ai cc

Per cui apprendiamo dal sito dell’Adige.it che, «in merito al pericolo di fuga, è emerso che Benno aveva manifestato l’intenzione, una ventina di giorni dopo l’omicidio, di volersene andare in India. Lo aveva detto ad una sua amica che vive in Germania. E che ha confermato questa circostanza agli inquirenti». Ma che, di contro, contestualmente la difesa dell’indagato respinge sostenendo convintamente che, se Benno fosse voluto veramente fuggire, avrebbe benissimo potuto farlo: visto che fino al 29 gennaio, data del suo arresto, era un uomo libero.

Benno, l’uomo dei depistaggi e delle bugie che seminano indizi

Già, libero di andare dall’estetista, prenotato col nome della madre. Di depistare gli inquirenti, per esempio fornendo le pantofole di sua sorella alla richiesta degli investigatori di consegnare indumenti della madre. E una sua giacca al posto di un abito del padre: al solo scopo di depistare e confondere i cani molecolari. Benno, che organizza lucidamente la messinscena degli stivaletti del genitore a bordo fiume, per indurre chi indaga a pensare a un suicidio. Ma che poi, ingenuamente, proprio sugli abiti e le calzature indossate dai genitori il giorno della scomparsa, si contraddice e rivela tracce e indizi che portano solo a lui.

Benno, le mille contraddizioni di un rebus misterioso

Lo stesso Benno che, come riferisce sempre il quotidiano locale, «il pomeriggio del 4 gennaio, subito dopo aver strangolato entrambi i genitori nel loro appartamento di via Castel Roncolo, prese il cellulare della mamma, Laura Perselli, e lo portò nei pressi di ponte Roma. Abbandonandolo acceso. Forse dietro un cespuglio. E per ben tre ore. Poco prima delle 21, poi, tornò sul posto e lo spense per sempre. Gettandolo via». Ma che poi, gettando i corpi dei genitori senza vita nel fiume, lascia una macchia di sangue che si rivelerà fondamentale per le indagini. Sempre lo stesso Benno, insomma: che pensa di fuggire in India e che poi, invece, si consegna ai magistrati e va in cella.

 

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