Caso Palamara, il Csm impugna la sentenza Tar che annulla la nomina del procuratore di Roma
Il caso Palamara accende nuovi conflitti istituzionali. Il Csm ha deciso di impugnare, davanti al Consiglio di Stato, la sentenza con cui il Tar del Lazio, il 16 febbraio, ha annullato la nomina di Michele Prestipino a capo della procura di Roma, deliberata dallo stesso Consiglio Superiore della Magistratura un anno fa.
Il plenum ha approvato con 13 voti a favore, 6 contrari e 5 astenuti la delibera che dà mandato all’Avvocatura dello Stato di costituirsi in giudizio.
Con la delibera proposta dalla Quinta Commissione, competente per gli incarichi direttivi, che riguarda uno dei tre ricorsi quello del procuratore generale di Firenze Marcello Viola, oltre a impugnare a Palazzo Spada la sentenza si chiede anche la sospensione cautelare dei suoi effetti.
Secondo la Quinta Commissione “si evince l’erroneità e contraddittorietà degli assunti contenuti nella sentenza del giudice amministrativo che merita di essere impugnata e rispetto alla quale deve anche essere avanzata immediata richiesta di sospensione dei suoi effetti”.
”Sotto quest’ultimo profilo, appare infatti evidente – scrive il Csm – che l’esecutività della sentenza possa determinare un grave danno alla Procura di Roma dove il dottor Prestipino svolge le funzioni di Procuratore dal 5 marzo 2020”.
”Data l’entità e la delicatezza degli affari gravanti sul predetto ufficio giudiziario è infatti particolarmente opportuno garantire continuità all’attività di direzione e organizzativa del dirigente, che sarebbe preclusa ove non fosse concessa la sospensione degli effetti della impugnanda sentenza”.