Walter Ricciardi, tutte le gaffe del super-esperto che non ne ha azzeccata una fin dall’inizio

16 Feb 2021 8:56 - di Gabriele Alberti
Ricciardi

Walter Ricciardi, l’uomo del lockdown totale. Pardon, l’uomo che lo definiva una “misura cieca” e ininfluente.  Ricciardi, l’uomo che i tamponi non servono. Lo scienziato che le mascherine servono solo a chi è malato. Ah, è il professore dell’università Cattolica, il rappresentante dell’Oms e consulente del ministro della Salute.  Tutto e il suo contrario da un giorno all’altro.  Per via di queste gaffe continuate forse voleva diventare ministro, o almeno ci aveva fatto al bocca. Non c’era motivo di allarmarsi, disse a inizio pandemia: «Le autorità sanitarie e il ministero della Salute si sono attivati tempestivamente. Si può stare ragionevolmente tranquilli, il contagio di massa non c’è stato, perché sono stati bloccati i viaggi». Sappiamo qual e la verità. Ancora: in varie interviste  sostenne che indossare le mascherine non era necessario: «Non servono alle persone sane, ma a quelle malate e agli operatori sanitari».

Imbarazzante. L’uomo che sconsigliava le mascherine, sconsigliò pure l’uso dei tamponi agli asintomatici. Spiegando che esisteva «un’ampia possibilità di sovrastimare le positività». Insomma, i test per scovare i malati andavano fatti secondo lui solo a chi era manifestamente malato.  Bella giravolta, dal niente panico al terrore sparso ieri sulla chiusura totale. Nelle mani di chi stiamo, nelle mani di chi è la nostra salute.  L’elenco delle sue gaffe è rivelatore.

Le gaffe di Walter Ricciardi sono infinite

Il 6 febbraio 2020 disse al Sole 24 Ore: «Questa epidemia si rivelerà meno pericolosa di un’influenza stagionale». A metà giugno Ricciardi era ancora ottimista, la seconda ondata non sarebbe arrivata secondo lui. Questo è grave, gravissimo.  «Magari avremo tante piccole ondine», disse. Anche a fine agosto smentiva i catastrofisti. E quando gli si chiedeva conto dei piccoli focolai che si andavano accendendo, Ricciardi tranquillizzò tutti coloro che pensavano sui potesse tornre alla situazione iniziale. «È una situazione completamente differente per molti motivi». Conseguenza:  «Per questo escludo un nuovo lockdown duro». Poi, ieri l’altro, ha terrorizzato tutti consigliando la chiusura totale, con le dichiarazioni che ben conosciamo.

Calcoli e previsioni smentiti da se stesso

Signori, qui siamo di fronte a un caso di schizofrenia sanitaria inaccettabile. Walter Ricciardi era sicuro di sé: “innanzitutto i casi li intercettiamo prima, nel senso che questo sistema di testing e di tracciamento, porta a identificare soggetti nella stragrande maggioranza asintomatici».  Capito? Era sicuro di sé per via di un elemento – i tamponi- che lui considerava ininfluenti qualche mese prima.  Ops, ho toppato…. Ad aprile, in un rapporto pubblicato dall’Oms, definiva il lockdown una «misura cieca». Meglio affidare la nostra salute a Branco o al mago Othelma.

Andando a ritroso nel tempo, l’Ansa , una mattina, batté una sua riflessione: «Il coronavirus va posto nei giusti termini. Su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili, muore solo il 5%». Ecco, siamo arrivati a 93.835 morti e Ricciardi ha litigato, praticamente con tutti in questo anno: Fontana, Toti, De Luca, Bonaccini. Il governatore dell’Emilia Romagna dichiarò: «Ricciardi non ha competenze istituzionali, molte sue parole sono fuori luogo».

Ricciardi, la “promessa” delle dimissioni”

Ma Ricciardi piace mettersi in mostra comunque. Ha un pallino per la politica: nel 2013 cercò invano di arrivare in Parlamento candidandosi con i montiani di Scelta civica in quota Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, ci ricorda il Corriere. Infine arriviamo all’improvvida caciara da lui scatenata sul lockdown totale. Sepolto dalle critiche ha detto: a Rainews 24 : “Dimissioni? O sono utile, o mi faccio da parte”. Speriamo sia la parola definitva e ultimativa. Draghi o chi per lui prenda nota.

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