Sanremo, l’idea di Cristicchi spariglia le carte: no al pubblico? Facciamolo noi coi cantanti in platea

26 Feb 2021 17:37 - di Giulia Melodia
Cristicchi su pubblico a Sanremo

Sanremo, l’idea di Simone Cristicchi spariglia le carte: niente pubblico? Facciamolo noi: alternando i cantanti tra palco e platea. Tra esibizione e ascolto. Impegnati nella gara e nell’ascolto reciproco. «Per chi si esibirà sarà un po’ straniante – ammette l’artista –. Non so neanche se metteranno gli applausi finti. Anche perché bisognerebbe metterli tutti allo stesso livello di audio per democrazia». Insomma, un’idea singolare, ma non del tutto peregrina, quella che Simone Cristicchi affida all’Adnkronos su questo festival di Sanremo rivisitato e corretto dal Covid. Una kermesse, come noto, che quest’anno sarà senza pubblico in sala. E quindi senza applausi: un parametro fin qui utile per valutare una prima reazione all’ascolto dei brani.

Sanremo, l’idea di Cristicchi per risolvere il problema della mancanza di pubblico

Un criterio, quello dell’applauso della platea, che peraltro il cantautore non sposa neppure al 100%. Anzi, «se fossi autore non li metterei proprio gli applausi – prosegue Cristicchi –. Questa è un’edizione storica: dipenderà tutto dalla squadra degli autori. Vedremo se riusciranno a uscire da questo ginepraio. E se riusciranno a far sentire i cantanti a loro agio». Già, perché l’idea di esibirsi al cospetto di una sala vuota non è proprio il massimo per un artista che, proprio dalla prestigiosa vetrina festivaliera, punta sull’Ariston per presentare al pubblico di utenti e addetti ai lavori, la sua ultima fatica musicale dal vivo.

Sanremo, se i cantanti si alternassero tra palco e platea, esibizione e ascolto…

Per questo, per far fronte alla mancanza che quest’anno sembra segnare in partenza la kermesse, (anche se non è il solo spunto di polemica), Cristicchi lancia un’idea che potrebbe supplire al neo della platea deserta. E spiega anche come è nata l’intuizione, non solo perché potrebbe ovviare all’handicap dettato dall’emergenza sanitaria. «Tanti anni fa suonai al Folkstudio – racconta il cantante – che era un locale storico di Roma. Dove si esibivano Venditti, De Gregori e Bob Dylan. Era una cantina. Quando andai a cantarci io era il 1998/99 e il locale era proprio agli sgoccioli. Stava per chiudere e la domenica si facevano questi incontri con i giovani cantautori romani».

Sanremo, si ovvierebbe alla sala vuota «e potremmo diventare il pubblico uno dell’altro»

«Ricordo che allora – prosegue Cristicchi – gli autori e interpreti si alternavano su questo piccolo palco e poi, scesi dalla ribalta, si mettevano in platea. Perché nessuno veniva a vedere queste esibizioni. Si chiamavano “I pomeriggi del Folkstudio e ho immaginato che un’idea simile potrebbe adattarsi a Sanremo. Chi si è esibito sul palco dell’Ariston, poi si va poi a sedere in platea e ascolta gli altri artisti. E magari fa anche dei commenti a caldo sull’esibizione». Un modo, magari, utile anche a smorzare la tensione che inevitabilmente accompagna esibizioni e gara.

Sanremo, l’idea di Cristicchi dal Folkstudio e ripensando alla sera della sua vittoria

E infatti Cristicchi, che vinse il festival di Sanremo nel 2007 con Ti regalerò una rosa, non a caso torna con la mente all’emozione e alla tensione che accompagnarono i momenti dell’ufficializzazione della sua vittoria. «Ricordo che ero dietro le quinte, erano rimasti tre nomi: il mio, quello di Al Bano, e quello di Piero Mazzochetti. Quando siamo rimasti io e Al Bano arrivò un discografico che mi abbracciò da dietro. E lì, io sono svenuto: perché ho capito che avevo vinto. Ci fu – racconta scoppiando in una fragorosa risata – un buco televisivo di circa un minuto. Un minuto in cui chiamavano il vincitore e io non arrivavo sul palco. Ero letteralmente svenuto per l’emozione». Ecco, la sua idea di una platea di cantanti eviterebbe anche inconvenienti di questo tipo: dalla sala al palco, lo spazio da percorrere è minimo...

 

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