Primo decreto Covid di Draghi. Prevale la linea Conte-Speranza: stop agli spostamenti

22 Feb 2021 13:11 - di Giorgia Castelli
decreto Covid

Stop agli spostamenti tra le regioni fino al 27 marzo. La misura è stata approvata dal Consiglio dei ministri nel nuovo decreto Covid che conferma le limitazioni nelle zone gialle e arancioni comprese quelle di orari e numero di persone per gli spostamenti per le visite private. Novità del decreto è che non saranno più consentite le visite in casa di amici, parenti, e congiunti non conviventi nei comuni e nelle province interessati dalla zona rossa, dove preoccupa la circolazione della variante inglese.

Decreto Covid, cosa succede nelle zone gialle e arancioni

In attesa della pubblicazione del decreto sono filtrate alcune notizie. Come si legge sul sito dell’Ansa, resta nelle zone gialle e arancioni la possibilità, una sola volta al giorno, di spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni. Questa possibilità non varrà più nelle aree rosse.

Gli allarmi di Speranza

Nell’incontro che si è svolto ieri sera, il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe fatto un quadro -“abbastanza fosco”, apprende l’Adnkronos- della situazione specificando che non si tratta di fare allarmismi. Piuttosto, la constatazione che prima che i vaccini abbiano un effetto tangibile, e mentre si diffondono tre varianti (una delle quali, l’inglese, potrebbe essere prevalente in tutta Europa entro un mese), le restrizioni sono indispensabili.

Decreto Covid, i malumori di Salvini

I malumori all’interno del governo cominciano a manifestarsi. In mattinata Matteo Salvini ha puntualizzato che «il lockdown nazionale non ha senso. Si deve intervenire su zone a livello comunale o provinciale. Senza penalizzare tutta Italia indiscriminatamente. Occorre anche un cambio di passo nella comunicazione da parte di virologi e tecnici per evitare confusione e messaggi contraddittori. Sono certo che su questo fronte con il governo Draghi ci sarà un cambio di passo. Gli italiani chiedono serietà e univocità di informazione. Non spettacolarizzazione o addirittura terrorismo mediatico». E poi ancora: «Serve un graduale ritorno alla vita, riaprendo in sicurezza palestre, piscine, teatri e oratori, altrimenti i danni anche mentali oltre che economici, rischiano di essere devastanti’».

Meloni: «A Draghi chiediamo un cambio di passo»

Giorgia Meloni ha fatto sentire la sua voce. «Al governo Draghi chiediamo un cambio di passo. Rispetto alla linea del ministro Speranza, che finora ha prodotto danni incalcolabili. E l’attivazione dello stato di crisi per il turismo. La soluzione migliore per assicurare a migliaia di aziende del comparto gli aiuti economici di cui hanno bisogno». E poi ancora: «Fratelli d’Italia è al fianco dei gestori delle stazioni di sci». Gli operatori «in queste ore stanno manifestando nella città di Cuneo sotto la sede di “Cuneo Neve”. La crisi del turismo montano, che in molti territori è la principale fonte di ricchezza e occupazione, non può essere affrontata con superficialità e mancanza di rispetto. Gli operatori della montagna sono stati messi in ginocchio non solo dalla pandemia ma soprattutto da scellerate decisioni come il rinvio della stagione sciistica con poche ore di preavviso».

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