Toninelli minaccia i giornali che lo “maltrattano”: “Ben vengano i tagli all’editoria”

12 Gen 2021 13:09 - di Adriana De Conto
Toninelli

Danilo Toninelli non smette di farsi ridere dietro. Quarantadue “Non ricordo” nell’ambito dell’interrogatorio sul caso Gregoretti dove Salvini è sotto processo, gli sembran pochi evidentemente. L’ex ministro delle Infrastrutture lancia un contenzioso contro i giornali che parlano di lui in malo modo. Strapazzandolo e quando serve – molto spesso- ridicolizzandolo. In tempi di censure forse, secondo lui,  i giornali dovrebbero ignorarlo o stendere un velo pietoso?  Il contenzioso nasce nei confronti del Giornale, in particolare, che rilancia un post che Toninelli ha diffuso dai suoi canali social. Se i giornali mi maltrattano – questo il senso-  «ben vengano i tagli all’editoria».

Toninelli se la prende pure con il Corriere

Dalla farsa alla minaccia. Toninelli aggiunge al pubblico ludibrio a cui si sottopone con le sue stesse mani,  anche il delirio. L’affermazione grave di Danilo Toninelli  prosegue annunciando non meglio precisate «nuove disposizioni per restituire ai cittadini il sacrosanto diritto di essere informati da una stampa libera e non soggetta a condizionanti interessi di parte». Quale sarebbe la stampa libera non soggetta a condizionamenti di parte lo sa solo lui. Del resto i grillini e la stampa sono fin dall’inizio della loro esistenza politica un ossimoro. Quindi suona sinistro l’avvertimento. A quali disposizioni si riferisce? Toninelli persevera e stamane pubblica uno sfogo anche contro il Corriere della Sera , prendendo di mira un articolo di Massimo Gramellini in prima.

Toninelli: “Notizie false su di me…”

“E’ grave -scrive Toninelli su Fb -che un quotidiano come il Corriere della Sera ospiti notizie false. Al giornalista Gramellini, che da tempo è ossessionato dalla mia persona”, leggiamo,   il Corriere ha consentito di divulgare in prima pagina autentiche falsità. Io non ho mai pubblicato alcuna trascrizione integrale dell’udienza nel corso della quale ho deposto nel processo a carico del Sen. Salvini. Né ho mai risposto ‘non ricordo’ alle domande”. Poi la fatwa: “Forse è giunto il momento, per questo giornalista, di darsi pace. Tutti veniamo dalla strada e io per primo ne vado fiero. E Gramellini non è certo disceso direttamente dalla Corte celeste. Ma ora che si colloca tra le grandi penne forse lo ha dimenticato”. Toninelli ha un grave difetto, tra i tanti: non riesce ad interloquire con chi lo contesta.

Secondo Toninelli siamo tutti falsari, non digerendo che la stampa tutta abbia riferito dell’imbarazzo dei suoi “non lo so” al processo di cui sopra. I cronisti hanno del resto trascritto  integralmente la sua deposizione. Falsari pure loro? Toninelli si ribella, visto che tra  42 tra «non ricordo», «non so», «non posso ricordare», ci sono ben due risposte “sì, ricordo”. E naturalmente le 42 “dimenticanze” sono attribuite dall’ineffabile re delle gaffe  a «fake news». Che dire di più? Lui vive in un mondo tutto suo. Ecco, per Toninelli si tratta di «un caso emblematico di pessima (e scorretta) informazione», una «sovversione della realtà» e un «inganno dell’opinione pubblica” . Come intenda fare per il sacrosanto diritto di informare i cittadini si attendono altre facezie.

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