La Cgia fa i conti: nel 2020 persi 156 miliardi di ricchezza. Vietato spendere male i soldi dell’Ue”

2 Gen 2021 10:54 - di Elsa Corsini

Nel 2020 l’Italia ha perso 156 miliardi di ricchezza. L’allarme viene da un’analisi della Cgia di Mestre.  “A fronte di una caduta che nel 2020 parrebbe attestarsi al 9,9 per cento, nel 2021  il Pil dovrebbe tornare a crescere del 4,1 per cento”, si legge nello studio dell’associazione artigiani e piccole imprese.

La Cgia di Mestre fa i conti: persi 156 miliardi di ricchezza

Traducendo questi dati in valori assoluti e nominali, emerge che nel 2020 la crisi avrebbe bruciato 156 miliardi di euro di ricchezza. Durante quest’anno, invece, dovremmo risalire la china e recuperarne 83. Registrando un saldo negativo in questo biennio di 73 miliardi”.

Ogni italiano ha perso in media 2600 euro di reddito

A livello pro capite stimiamo che l’anno scorso ogni italiano abbia perso mediamente 2.600 euro di reddito. Mentre quest’anno ne riguadagnerà poco meno di 1.400 euro. Nel biennio 2020-2021, pertanto, il saldo sarà negativo e pari a poco più di 1.200 euro. Quest’anno – dice  il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – assisteremo a un rimbalzo della nostra economia. Che ci farà recuperare solo una parte della contrazione registrata nel 2020. E’  verosimile che torneremo a una situazione pre Covid non prima del 2024“.

E’ decisivo spendere bene i soldi del Recovery Fund

Sarà perciò decisivo spendere tutti e bene i 209 miliardi di aiuti che ci arriveranno dall’Unione europea. “Altrimenti, rischiamo che il nostro Paese finisca su un binario morto. E la crisi economica in atto si trasformi in una crisi sociale senza precedenti. Dove a pagare il prezzo più alto saranno i più deboli, come i giovani e le donne”.

Preoccupa il calo dei consumi delle famiglie

Secondo le stime elaborate nel novembre scorso dalla Commissione europea tra gli indicatori economici italiani destano molta preoccupazione i consumi delle famiglie. Che costituiscono la componente più importante del Pil nazionale (circa il 60 per cento del totale). . In termini assoluti le famiglie “risparmieranno” circa 110 miliardi di euro (-10,5 per cento rispetto al 2019). In buona sostanza, ogni famiglia italiana ridurrà la spesa annua per gli acquisti di circa 4.400 euro. Nel 2021, invece, la ripresa sarà “solo” del +3,8 per cento.

Ancor più preoccupante è il trend riferito agli investimenti. Nel 2020 sono destinati a crollare del 13,6 per cento. Mentre per l’anno in corso è previsto un aumento del 7,2 per cento. Anche le esportazioni subiranno un tracollo.

Una crisi molto più grave di quella del 2009

In linea generale, concludono dalla Cgia, “la gravità della situazione emerge in maniera ancor più evidente se paragoniamo l’attuale situazione economica con quanto accaduto nel 2009. Annus horribilis dell’economia italiana degli ultimi 75 anni”.

Allora, il Pil scese del 5,5 per cento e il tasso di disoccupazione, nel giro di 2 anni, passò dal 6 al 12 per cento. Se le cose andranno bene, nel 2020 il Pil diminuirà del 10 per cento circa. Con un crollo quasi doppio rispetto a quello registrato 12 anni fa.

Le banche saranno molto più avare con i prestiti

In merito alla normativa europea in materia di credito entrata in vigore ieri “il vero problema non riguarderà, in particolar modo, la nuova definizione di default, ma l’atteggiamento molto misurato che gli istituti di credito saranno obbligati a tenere. A seguito delle disposizioni introdotte da questa misura sulla “gestione”. 

“La nuova definizione di default – dichiara il segretario dell’associazione Renato Mason – costringerà le banche a tenere un comportamento molto prudente nei confronti delle famiglie e delle imprese. Con l’abbassamento della soglia di sconfinamento, infatti, registreremo una impennata dei crediti deteriorati“.

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