Inciucio democristiano, Tabacci e Di Maio d’accordo sul Conte-ter. Pronto un manipolo di “stampelle”

22 Gen 2021 17:24 - di Valerio Falerni
Tabacci

A volte ritornano. E non per caso. Spesso per colmare un vuoto lasciato da chi pretendeva di rimpiazzarli dopo averne un po’ troppo sbrigativamente annunciato l’estinzione. È il caso di Bruno Tabacci, antico dc della categoria “tignosi“. A tal punto che persino un tollerante come Berlusconi, sotto le cui insegne pur si era felicemente candidato, lo bollò come «spina nel fianco». Dato per politicamente rottamato, oggi Tabacci rinasce nuova vita. E – ironia del destino – proprio grazie all’inconsistenza politica di quei Cinquestelle che ne avevano (di lui, come di tanti) annunciato la dipartita. Ricordate Grillo quando parlava di quelli di prima bollandoli «morti che camminano» o «zombie»? Bene, ora i morti sono proprio i suoi sodali. Morti dalla paura di tornare al voto. E pronti perciò a fornicare persino con Belzebù pur di ricacciare lo spettro delle elezioni.

Tabacci arruolatore dei “responsabili”

E qui arriva Tabacci nelle vesti di salvatore della… legislatura. È lui che in tandem con Mastella, altro ex-zombie, sta allestendo il manipolo di stampelle che dovrà sorreggere Conte fino al semestre bianco, cioè fino a luglio. Nelle loro mani il futuro (e il mutuo) di tanti ex-dispregiatori di poltrone, che ora non abbandonano neppure per il tempo di una pipì. Più il premier s’intestardisce a non mollare, più loro si stringono a coorte intorno al loro nuovo nume tutelare. E se questi dice  che la possibilità di allargare la maggioranza, «passa attraverso un governo nuovo», loro stanno a sentirlo. Tabacci è schierato per Conte. Lo definisce «l’unico punto di equilibrio di questa coalizione».

Incontro a Palazzo Chigi con l’ex-capo grillino

Ma quando aggiunge che «l’alternativa sono le elezioni», istiga i terrorizzati grillini a pressare il premier affinché si dimetta per favorire il Conte-ter. «Un rimpasto – ha avvertito – non basta». Tanto più che, salvo rinvii, mercoledì c’è il voto sulla relazione di Bonafede. Sarà «una prova di fuoco», prevede il vecchio dc. Che la quarta gamba vuole farla assemblando in un unico pentolone «renziani concilianti» e i «liberal-democratici di Fi».  Una brodaglia che solo poco tempo fa avrebbe dato il voltastomaco ai grillini. Oggi, invece, la trovano “ottima e abbondante”. Lo ha fatto capire lo stesso Tabacci intercettato dai cronisti sotto Palazzo Chigi. «Non ho visto Conte – ha tenuto a precisare -, ma Di Maio». Già, chi l’avrebbe mai detto…

 

 

 

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